I raggi ultravioletti combattono il Covid: al Sacco i prototipi dell'armadio Ray Killer

Una storia di successo tutta la femminile: da un'idea nata in emergenza alla produzione del primo armadio sterilizzante ai raggi ultravioletti

La donazione dei prototipi al Sacco

La donazione dei prototipi al Sacco

Milano, 3 dicembre 2020 – Da un piccolo prototipo costruito in emergenza con pezzi di recupero è nato il progetto di “UV-C Ray Killer”, un armadio sterilizzante ai raggi ultravioletti entrato nelle corsie dell’ospedale Sacco. Medici e infermieri del reparto Covid lo usano per sterilizzare i dispositivi di protezione individuale e gli oggetti di uso personale dei pazienti, che possono così essere riconsegnati alle famiglie senza rischi di contagio.

Una storia di successo tutta la femminile. L’idea è nata dall’imprenditrice peschierese Marcella Dal Miglio, titolare della storica azienda di sanificazione ADP Idrosteril, che già negli anni Cinquanta aveva installato delle speciali lampade sanificanti in tutte le scuole di Milano. La scorsa primavera, nel periodo di massima saturazione degli ospedali, Marcella Dal Miglio si è messa in contatto con il primario del Sacco, l’infettivologo Massimo Galli, per donare il primo esemplare di quello che oggi è diventato l’Armadio UV-C RAY KILLER, entrato in produzione da poche settimane. La donazione ha portato così tanta fortuna che in questi giorni l’imprenditrice Dal Miglio ha ringraziato l’ospedale donando un secondo armadio, questa volta nella versione finale, costruito dalla filiera di artigiani che lavorano al suo fianco.

“La mia azienda produce lampade sanificanti ai raggi UV-C da molti anni – racconta Marcella Dal Miglio – è una tecnologia molto efficace, testata e validata da diversi laboratori di ricerca. E così, quando è scoppiata la prima emergenza sanitaria, ho voluto rendermi utile alla comunità creando un progetto che potesse aiutare medici e infermieri a sterilizzare il materiale di uso quotidiano velocemente e senza utilizzare sostanze chimiche inquinanti. In quei mesi, i dispositivi di protezione individuale non si trovavano più in commercio e perfino gli ospedali erano in sofferenza: la necessità di sterilizzare il materiale in uso era quindi di vitale importanza. Il primo prototipo è stato costruito con il materiale che avevo in magazzino, in quel momento la rete di artigiani che lavorano con me era bloccata dal lockdown, tutta la produzione era ferma”.

Nel frattempo, il prototipo UV-C RAY KILLER è entrato in produzione ed è pronto per essere utilizzato in tutte le attività in cui è necessario poter effettuare delle sterilizzazioni in pochi minuti e in modo sostenibile per l’ambiente. “Il ruolo dei raggi UV-C nella bonifica di oggetti ed ambienti è nota da molto tempo – dice il prof. Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco –, lo strumento che ci è stato donato consente di sfruttarne le proprietà per sterilizzare, in modo pratico e veloce, senza danneggiarli, gli oggetti personali dei pazienti, compresi i documenti cartacei e piccoli strumenti che non sopporterebbero un altro tipo di sterilizzazione. Un importante ausilio per il nostro lavoro e un non trascurabile contributo alla sicurezza”.

Dopo i primi mesi di utilizzo, la caposala del reparto Covid ha ricontattato l’imprenditrice per ringraziarla e in quel momento è nata la voglia di donare al reparto un nuovo dispositivo. “Grazie al prototipo ideato da Marcella Dal Miglio e donatoci a marzo in piena pandemia – aggiunge Elisa Carubelli, caposala del reparto Covid - abbiamo potuto riutilizzare mascherine FFP2 e FFP3, documentazioni cliniche cartacee, cellulari, fedi, occhiali, insomma anche oggetti di uso quotidiano che altrimenti non sarebbero stati accessibili perché infetti, consentendo anche al personale di tornare a casa tra le braccia della propria famiglia con più leggerezza e sicurezza”.

 

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