Milano, Raul Cremona: "La vera magia? Il mio Festival al Teatro Manzoni"

Illusionisti, comici e successo: in arrivo la quarta edizione

Raul Cremona

Raul Cremona

Milano, 19 dicembre 2018 - It's a kind of magic. È qualcosa di magico, come cantavano i Queen. E non si potrebbe definire altrimenti quello stupore che ci prende di fronte a un numero da prestigiatore. O al mistero di un illusionista. Poco importa che si abbiano 6 o 600 anni: l’emozione è la stessa. Si capisce allora il successo del “Festival della Magia” di Raul Cremona, che dal 2 al 6 gennaio torna per la quarta edizione al Teatro Manzoni. Prodotto da Showlab, è il consueto e ricchissimo cartellone internazionale: la giocoleria di Pilou, l’olandese Niek Takens, i velocissimi trasformisti Sos & Victoria, le colombe di Gerald Le Guilloux, gli illusionisti italiani Erix Logan e Sara Maya, le danze dei Tusan - Inside Move o le folli incursioni del comico Felipe.

Non manca nulla Cremona, un bilancio dopo quattro edizioni?

«È un miracolone! Una sfida vinta nonostante le difficoltà, grazie al pubblico che continua a seguirci con affetto. Diciamo che tutti quelli che rimangono a Milano passano dal Manzoni».

Cosa fa sul palco?

«Sono l’anti-mago e il padrone di casa. Cerco di portare un po’ di eleganza, ironia, voglia di divertirsi. L’obiettivo è sempre quello di far scoprire anche ai giovani uno spettacolo antico».

Qual è la ricetta magica?

«L’autenticità. Il fatto di fare accadere delle cose davanti agli occhi degli spettatori. Che se vuoi è stata anche la chiave del successo televisivo di Zelig, che portava il cabaret a un pubblico vero, di risate vere. La magia è un’arte che possiede il dono dello stupore. Se tu sfogli un libro e le pagine diventano delle colombe, per forza ti ritrovi a fare: “ohhhh!”. Il mago vince, nonostante tutto».

Ma lei nasce comico o prestigiatore?

«Io nasco prestigiatore, ho partecipato anche a un paio di Mondiali. Però poi negli Anni 80 i night hanno cominciato a chiudere e in città rimanevano solo i cabaret: il Derby, lo Zelig, la Ca’ Bianca. E quindi ci ho provato».

Anche a lei arrivò “Il piccolo mago” per Natale?

«Sì, una scatola nera con sopra il cilindro e le carte. Me lo regalò mia nonna. Poi è andata persa ma l’ho ricomprata. La tengo al sicuro, come un cimelio e un portafortuna».

Eppure non sembra un periodo sensibile allo stupore.

«Sotto i bombardamenti i teatri di Milano erano pieni. La gente sentiva l’allarme e si riparava nei rifugi, per poi tornare sulle poltrone del Lirico. C’è bisogno di evasione. Personalmente mi preoccupo solo dei miei di trucchi....».

Se potesse davvero compiere una magia?

«Farei sparire la gente senza passione. Anche i politici dovrebbero averla no? Puoi barare, certo. Ma poi quando sei davanti alle persone certe cose si vedono».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro