Elezioni politiche 2022, il Pd regge a Milano città. Ma è tallonato dal boom di FdI

Nei tre collegi alla camera della città il Pd è primo con circa il 25% delle preferenze, mentre Fratelli d'Italia oscilla intorno al 20. L'esito del voto (ri) apre le danze politiche in vista delle regionali di primavera 2023

Il sindaco Sala alle urne. Il centrosinistra ha retto a Milano città (incalzato da FdI)

Il sindaco Sala alle urne. Il centrosinistra ha retto a Milano città (incalzato da FdI)

Milano - A Milano città il Partito Democratico si conferma il primo partito anche se tallonato da Fratelli d'Italia che, considerando anche la provincia, è il primo partito in assoluto. Nei tre collegi alla camera della città il Pd è primo con circa il 25% delle preferenze, mentre Fratelli d'Italia oscilla intorno al 20. Se si guardano i dati dell'intera circoscrizione Lombardia 1 invece Fdi è al 23,88 e il Pd al 23,03. Un boom di voti per il partito di Giorgia Meloni se si confrontano i dati con quelli del 2018.  Allora Fratelli d'Italia nella circoscrizione Lombardia 1 era il terzo partito del centrodestra con il 3,96% dei voti mentre il primo era la Lega con il 22 e Forza Italia arrivava al 14,26. In queste elezioni il partito di Meloni è balzato al 23,88 con la Lega crollata all'8,67 e Forza Italia al 6,58. Significativo il risultato in città di Alleanza Verdi e Sinistra che supera il 5% (nel collegio di Loreto arriva al 7,25) e di +Europa anch'essa intorno al 5. 

È l'analisi del voto nel capoluogo lombardo della segretaria metropolitana del Pd milanese, Silvia Roggiani: "Se in Italia la vittoria della destra è netta, a Milano città il Partito Democratico si conferma primo partito vincendo tre collegi uninominali su quattro, a dispetto dei sondaggi di agosto che raccontavano di un possibile 'ribaltonè rispetto alle amministrative dello scorso anno dopo la scelta di Calenda di correre fuori dal centrosinistra". "La certezza è che, in termini assoluti, rispetto alle comunali del 2021, il Partito Democratico in tutta la città, anche nei quartieri considerati più periferici, ha aumentato i voti - aggiunge -. Le elettrici e gli elettori hanno premiato il nostro lavoro capillare sul territorio. Nella città metropolitana, la sconfitta di Fiano, Romano, Ramoni, Albini, Bettinelli, Mangili e Librandi che instancabilmente hanno portato avanti una straordinaria campagna elettorale in questo mese e mezzo, ci deve interrogare. A loro un sentito grazie. Ripartiremo da un Pd sempre presente sul territorio e dalla credibilità e dal lavoro delle nostre amministratrici e dei nostri amministratori allargando ancora di più le opportunità in tutta l'area metropolitana". 

I risultati di Milano e Lombardia hanno a questo giro di consultazioni un particolare interesse considerando che proprio la regione sarà al centro di un'altra importante sfida, con le elezioni regionali ormai alle porte. Il centrosinistra negli ultimi mesi non ha nascosto di puntare a una (storica) vittoria, dopo decenni di dominio di centrodestra. Certamente alla luce dei responsi delle urne di ieri entrambi i fronti politici dovranno tirare le somme e fare le proprie considerazioni. Più che una cartina di tornasole, l’esito di queste elezioni costituisce una mappa per ri-orientarsi, ri-discutere scelte, cambiare direzione. Il tonfo leghista rischia di far mancare la terra sotto i piedi al governatore lombardo uscente, Attilio Fontana, e alle sue ambizioni di ricandidarsi nel 2023. Il candidato governatore del centrodestra potrebbe essere Letizia Moratti, oggi vicepresidente, oppure un leghista che si ponga come soluzione di compromesso e non sia né Fontana né un salviniano: Giancarlo Giorgetti. Sul fronte opposto Carlo Cottarelli, sul quale il Pd vuole puntare come candidato governatore, e lo stesso Pd lombardo decideranno la strategia delle Regionali.

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