Milano – La serie di inchieste su presunti abusi edilizi legati a progetti di rigenerazione e lo stallo dell’urbanistica milanese, il pressing dei costruttori e la preoccupazione dei sindacati. Piani nazionali, regionali e locali che si sovrappongono, in una situazione che si fa ogni giorno più intricata. Un vicolo cieco, mentre sono congelate le nuove pratiche urbanistiche e l’aggiornamento del Piano di governo del territorio del Comune. Sullo sfondo una giungla normativa: in Italia ottomila regolamenti edilizi, 1500 nella sola Lombardia, e "tutti uno diverso dall’altro". Alla scelta del sindaco Giuseppe Sala di "rallentare un po’ i lavori per l’aggiornamento del Pgt finché non capiamo quali sono le regole definitive" reagisce il segretario della Uil Lombardia Enrico Vizza. "Abbiamo fiducia nel lavoro dei magistrati e dei professionisti che supportano la Procura sulle indagini in corso – spiega – ma crediamo che la politica, quella che è chiamata a governare le città, si debba assumere le proprie responsabilità anche a costo di dover intervenire con norme di salvaguardia necessarie".
La richiesta è quella di aprire un tavolo anche con la Regione per trovare una soluzione, "guardando al futuro nel rispetto di norme vigenti e della revisione degli attuali strumenti urbanistici" con l’obiettivo di dare "certezze a investitori, famiglie, proprietari di immobili e lavoratori". Una strada che, però, si presenta in salita. Ancora non si sa come si concretizzerà l’intervento del Governo, dopo che nei giorni scorsi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe, Alessandro Morelli, ha incontrato il procuratore di Milano Marcello Viola. Impegnandosi, così, a prendere in mano il dossier. Un intervento che, secondo Sala, "può dare una mano per dare certezza su cosa si può fare e cosa no. Noi vogliamo solo questo, essere certi, e lo vogliono soprattutto i costruttori".
Intanto la garanzia dell’assistenza legale a spese di Palazzo Marino e le dichiarazioni di sostegno nei confronti dei dipendenti hanno rasserenato gli animi negli uffici comunali, dopo giorni di tensione. Le nuove linee guida che hanno recepito le interpretazioni normative del gip di Milano non hanno risolto però lo stallo, evidenziato anche dagli Ordini professionali (ingegneri, architetti e geometri) in prima linea nella partita. Le indagini sul progetto Park Towers di Crescenzago sono già state chiuse, e potrebbero portare a una richiesta di rinvio a giudizio per costruttori, architetti e funzionari del Comune di Milano indagati. Su altri progetti gli accertamenti sono ancora in corso. Una mappa che parte da piazza Aspromonte, dove tutto è iniziato, e passa dalla Maggiolina, dove sorge la Torre Milano, grattacielo di 82 metri realizzato, secondo le accuse, come "ristrutturazione edilizia", quindi con una semplice Scia, invece che come "nuova costruzione".
Sono in corso accertamenti anche sulla demolizione della palazzina Liberty di via Crema, su un progetto immobiliare in via Lamarmora, zona Porta Romana, sull’edificio "verde" Bosconavigli in zona San Cristoforo, su un’altra operazione in via Lepontina. Ma sono solo alcuni dei progetti che hanno cambiato il volto di zone di Milano finiti in questi giorni al centro di accertamenti, per valutare il rispetto delle norme urbanistiche, aspetti complessi come il "piano attuativo" e gli oneri di urbanizzazione versati a Palazzo Marino.