Fdi, l’europarlamentare Carlo Fidanza patteggia un anno e 4 mesi per corruzione: “Ma non è ammissione di colpa”

L'ex consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri (Fdi) avrebbe lasciato l’incarico facendo subentrare in Consiglio comunale Giangiacomo Calovini. Ottenendo in cambio l’assunzione del figlio

Carlo Fidanza e Giangiacomo Calovini di Fdi

Carlo Fidanza e Giangiacomo Calovini di Fdi

Milano - Hanno concordato con la Procura di Milano un patteggiamento a un anno e 4 mesi, pena sospesa e senza interdizione dai pubblici uffici, l'europarlamentare di Fdi Carlo Fidanza e il deputato dello stesso partito Giangiacomo Calovini, che erano finiti indagati per corruzione. In particolare, stando alle indagini dei pm Giovanni Polizzi e Cristiana Roveda, l'ex consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri, sempre di Fdi, avrebbe lasciato il suo incarico, il 25 giugno del 2021, facendo subentrare in Consiglio comunale il primo dei non eletti, ossia Calovini (poi diventato deputato), vicino alla corrente politica di Fidanza.

In cambio, secondo l'accusa, avrebbe ottenuto l'assunzione del figlio, Jacopo Acri, come assistente dell'europarlamentare Fidanza. Secondo l'accusa, Fidanza sarebbe stato il promotore del presunto accordo illecito per poter assegnare una carica a Calovini, esponente della corrente interna del partito che faceva capo all'eurodeputato. L'accordo di patteggiamento, annunciato dal Corriere e confermato da fonti legali, prevede la riqualificazione dell'accusa da «corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio» a «corruzione per l'esercizio della funzione».

E oltre alla sospensione condizionale della pena prevede anche per Calovini, difeso dal legale Andrea Puccio, e per Fidanza, assistito dall'avvocato Enrico Giarda, nessuna applicazione di pene accessorie, come la interdizione dai pubblici uffici, e dunque la possibilità per loro di continuare a stare in Parlamento. Sulle istanze dovrà comunque esprimersi un gip. Al momento per Acri e un altro indagato, Giuseppe Romele, ex vicecoordinatore lombardo di Fdi, non sono state presentate, a quanto si è saputo, istanze simili di patteggiamento, dopo la chiusura delle indagini da parte dei pm milanesi che risale allo scorso gennaio.

Ma Fidanza tiene a precisare: "Non è un'ammissione di colpa, nessuno strumentalizzi. Dopo venti mesi di calvario, iniziato con l`assurda inchiesta giornalistica denominata 'Lobby nera' e con il suo seguito giudiziario (da cui non è emerso alcun illecito), proseguito con un esposto anonimo dai tratti surreali dal quale è scaturita un`ulteriore inchiesta, ho scelto di lasciarmi questo brutto periodo alle spalle e di affrontare senza più fardelli l`anno che ci separa dalle elezioni europee del 9 giugno 2024, che rappresenteranno un crocevia per il futuro del nostro continente. Per questo, insieme ai miei legali, ho deciso di definire tale procedimento penale, in accordo con la Procura di Milano”.

"Lo faccio a malincuore – continua il capodelegazione Fdi in Europa – perché sono sempre stato fiducioso di poter dimostrare, in sede processuale, la natura esclusivamente politica dell`accordo che portò alle dimissioni del consigliere comunale di Brescia Gianfranco Acri. Tuttavia, a fronte del capo di imputazione mosso - che continuo a ritenere sproporzionato rispetto all`entità dei fatti e poco coerente con dinamiche diffuse nei partiti politici - nonché della probabilità di un processo lungo e dall`esito incerto, ho preferito accettare di definire il procedimento con un patteggiamento". E sottolinea: "Lo faccio con serenità poiché, secondo la giurisprudenza più recente, questa scelta processuale non implica assunzione di responsabilità penale, quanto piuttosto un accordo con gli inquirenti sulla definizione della congruità della pena. Nel caso specifico, l`ipotesi di reato viene riformulata in forma molto meno grave e non è prevista l`applicazione di alcuna pena accessoria".

"Non posso nascondere l`amarezza per essere stato coinvolto in questa vicenda a seguito di un esposto anonimo depositato, non casualmente, poche ore dopo l`apertura dell`indagine 'Lobby nera', al solo scopo di approfittare dell`eco mediatica per abbattermi politicamente: un comportamento che da solo basta a qualificare chi se ne è servito. Il dono della fede, l`affetto della mia famiglia e la stima di tanti colleghi (anche di schieramenti opposti), addetti ai lavori, amici, elettori e militanti mi hanno sostenuto nei momenti più difficili. A tutti loro voglio ribadire che in questa vicenda nessuno - tantomeno il sottoscritto - si è messo in tasca indebitamente un solo euro e non è stata commessa alcuna irregolarità nell`utilizzo di risorse europee".

"Lo sottolineo anche a beneficio di chi - incurante di una militanza politica e istituzionale ormai trentennale e senza macchia - fosse tentato di strumentalizzare questa vicenda assurda, accomunandola a tante altre in cui il politico di turno si arricchiva fraudolentemente alle spalle dei cittadini. Nulla di tutto questo è avvenuto. Forte di questa consapevolezza, continuerò a dedicarmi con ancora maggiore energia ai tanti dossier che mi vedono impegnato negli ultimi mesi di questa legislatura europea e soprattutto a preparare la prossima, che sarà decisiva per lo schieramento conservatore alla cui affermazione ho lavorato incessantemente in tutti questi anni".

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