Comunali, riconteggio dei voti per Paragone

Il Tar: verifiche della Prefettura sulle preferenze in 68 sezioni. Al leader dei no vax ne mancano 54 per entrare nell’aula di Palazzo Marino

Il senatore di Italexit Gianluigi Paragone

Il senatore di Italexit Gianluigi Paragone

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Milano - Il senatore di Italexit Gianluigi Paragone ha ottenuto dal Tar il parziale riconteggio dei voti delle ultime Comunali, nella speranza di strappare quel seggio nell’aula di Palazzo Marino sfumato a ottobre per una manciata di preferenze. Sì, perché l’ex grillino, diventato negli ultimi mesi uno dei frontman più seguiti della battaglia no vax, si è fermato al 2,99%, totalizzando 14.366 voti (anche se nell’ordinanza del Tribunale è riportata la cifra "14.376") con le liste a suo sostegno "Milano Paragone sindaco" e "Grande Nord". Tradotto: gli sono mancate appena 54 preferenze (o 44) per scollinare la quota (14.419 voti validi) necessaria per entrare in Consiglio comunale.

"Avevamo il 3,3% , poi man mano ha iniziato a calare fino al 2,99% – aveva detto Paragone all’indomani dello scrutinio –. La porcata l’hanno fatta, ma non l’hanno fatta neanche così bene: se mancano soltanto 54 voti, nelle schede nulle non solo ne trovo 54 ma 254. Questa è la paura di una classe politica che è riuscita a entrare addirittura nei seggi. E lo proveremo quando andremo a fare la conta dei voti". Invettive a parte, Paragone ha effettivamente presentato ricorso, sostenendo che "i verbali di diverse sezioni conterrebbero errori di compilazione o incongruenze" tra voti validi attribuiti al candidato sindaco e voti validi attribuiti alle liste che lo sostenevano. Senza dimenticare il presunto "disallineamento dei dati relativi ai voti validi riportati nei verbali di alcune sezioni" riguardanti il senatore e le liste e "i corrispondenti dati contenuti nel prospetto riepilogativo". Ed ecco la risposta del Tar. Due le operazioni che i funzionari di Palazzo Diotti, su delega del prefetto Renato Saccone, dovranno effettuare nelle 68 sezioni nel mirino (su 1.248 complessive).

La prima: "Procedere al riconteggio delle schede contenenti i voti validi attribuiti al candidato sindaco, nonché al riconteggio delle schede contenenti i voti validi attribuiti" alle liste Milano Paragone sindaco e Grande Nord. La seconda: "Ricalcolare, sulla base dei dati emersi dall’operazione, la somma dei voti validi conseguiti in tutte le sezioni" dal senatore e dalle liste che l’hanno sostenuto, "indicando separatamente i dati riguardanti il candidato sindaco e quelli riguardanti le liste". Negata, invece, la verifica "delle schede dichiarate nulle contenenti voti attribuiti al candidato sindaco e alle liste", considerato che "il motivo di ricorso è del tutto generico e avente finalità meramente esplorativa". In ogni caso, se il riesame delle preferenze porterà Paragone a raggiungere i fatidici 14.419 voti, e quindi al 3% del totale, gli verrà automaticamente assegnato un seggio, con ogni probabilità quello attualmente occupato dall’ultimo degli eletti della Lega. I tempi: 60 giorni per completare il riconteggio e altri 10 per depositare una relazione riassuntiva con l’esito. Alle operazioni potranno partecipare Paragone (o il suo avvocato Alberto Marelli), il Comune e l’esponente del Carroccio indicato come a rischio esclusione.

Il 15 gennaio, il leader del movimento Italexit, dichiaratamente anti-vaccinista, ha organizzato un presidio in piazza XXV Aprile: in duemila si sono ritrovati sotto il palco per ascoltare l’intervento del premio Nobel per la Medicina 2008 Luc Montagnier, a sua volta e non da oggi su posizioni apertamente no vax. Nei giorni scorsi, poi, Paragone è risultato positivo al Covid, seppur da asintomatico: "Non ho ancora deciso se andrò a votare per il Quirinale – ha fatto sapere all’ Ansa –. Potrei farlo, tanto mi metto in macchina e arrivo a Roma, ma noto che non c’è linearità e chiarezza su questo".  

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