Coronavirus, quei morti senza tampone all’Ambrosiana

Operatore e i sindacati: nella Rsa di via Olgettina 24 decessi, un mese fa la prima ospite positiva

Anziani in una Rsa (foto di repertorio)

Anziani in una Rsa (foto di repertorio)

Milano, 29 marzo 2020 - Lungo i corridoi c’è solo il silenzio. In queste settimane di emergenza coronavirus, centinaia di anziani ospiti delle Rsa sono morti. E tra ospiti e operatori sanitari, altre centinaia di contagiati. Francesca, nome di fantasia, preferisce non rivelare la sua identità, temendo possibili ritorsioni.

Lavora all’interno della Rsa Ambrosiana di via Olgettina, a due passi dal San Raffaele. Ha contattato Il Giorno , dopo le inchieste sulle morti nelle Rsa. E racconta che quattro settimane fa una signora ospite della Rsa Ambrosiana, poiché non stava molto bene, è stata accompagnata all’ospedale San Raffaele. Le è stato fatto subito il tampone, ma mentre ancora aspettavano l’esito dell’esame, l’hanno rimandata in struttura. Una volta tornata nella Rsa Ambrosiana – accusa Francesca – hanno chiamato, comunicandoci che era risultata positiva al coronavirus. Il danno, ormai, era fatto. "Fino a quella chiamata le eravamo stati tutti vicini – ripete, con amarezza, Francesca –. Rimandandola in struttura, senza sue colpe ha contagiato probabilmente altri ospiti". E "sono circa venti i morti tra gli anziani", confermano fonti sindacali interne alla Rsa. Molti sono ancora in struttura, le pompe funebri stanno ritardando, denuncia Francesca.

Sulla situazione contagi non sappiamo nulla, qui nessuno fa tamponi, non ci sono, incalza. E mentre gli operatori si impegnano quotidianamente, pur nelle difficoltà, il loro ruolo è cambiato radicalmente. Tanti passano le giornate facendo videochiamate ai parenti degli ospiti. Per tranquillizzarli, se la situazione lo consente, pur in questi giorni difficili, colmi di preoccupazione, tristezza e lutti. Mascherine e camici agli operatori vengono forniti dalla struttura, ma sul numero dei contagiati - secondo fonti interni alla Rsa - c’è ancora il buio. Nessuna comunicazione ai dipendenti. Più di un operatore denuncia la mancanza di informazioni. Un problema comune, purtroppo, alla maggior parte delle Residenze per Anziani travolte da questo tsunami sanitario al quale nessuno le aveva davvero preparate (e attrezzate) a dovere. E il risultato sono i tanti ospiti morti.Vite spesso già prima appese a un esile filo, spezzato dalla potenza di un virus oscuro e al momento ancora incomprensibile alle autorità sanitarie.

"Nessuno fa i tamponi", è il coro quasi unanime degli operatori nelle Rsa. Il personale è rimasto “in trincea” in tutti questi giorni, e continuerà a farlo, ma con poche indicazioni. E spesso senza le giuste protezioni, a tutela propria e delle proprie famiglie. In questo momento buio, tanti anziani se ne stanno andando senza neppure la consolazione dell’ultimo saluto dei propri cari. I contatti sono permessi solo su videochiamata, e per questo molte aziende, associazioni e cittadini stanno regalando tablet e pc alle Rsa, e ancora per altri quindici giorni, alla luce dell’ultimo decreto del Governo, sarà così.  

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