La riscossa dell'Inter: Martinez-Lukaku allontanano l’ombra di Icardi

Mentre Conte ha strigliato la squadra per l’atteggiamento nel secondo tempo col Sassuolo, la coppia ha stupito con una doppietta a testa

Lautaro Martinez e Romelu Lukaku protagonisti domenica col Sassuolo

Lautaro Martinez e Romelu Lukaku protagonisti domenica col Sassuolo

Milano, 22 ottobre 2019 - Serviva una risposta per rendere meno amaro il brusco stop alla stagione di Alexis Sanchez e a darla sono stati i primi destinatari delle attese di società e tifosi. Lautaro Martinez e Romelu Lukaku, con una doppietta a testa, si sono presi la scena in casa del Sassuolo rimandando gli eventuali rimpianti per l’assenza del cileno. I quattro gol hanno fatto in modo che la strigliata di Conte (ribadita ieri mattina nella classica sessione video dopo quella già attuata negli spogliatoi) non fosse corroborata dall’amarezza di due punti persi. L’argentino è stato un diavolo: inafferrabile, due gol segnati, un rigore procurato, almeno altre due occasioni mancate davanti a Consigli. Dopo un avvio con qualche problema di condizione, sta salendo in maniera costante e soprattutto sta trovando quella continuità che ancora non sembrava avere nel bagaglio personale.

Lo scorso anno era stata uno dei freni all’esplosione definitiva, complice un utilizzo a singhiozzo alle spalle di Icardi e un finale di stagione in cui le turbolenze create dalla diatriba tra il club e il connazionale non avevano reso l’ambiente ideale per chi vuole migliorare. Spalletti non lo vedeva in appoggio alla punta centrale: lo ha provato in pre-campionato al fianco di Icardi, ricevendo ottime risposte ma non dando seguito all’esperimento una volta iniziata la vera e propria stagione. Questo nonostante l’infortunio di Nainggolan avesse aperto un buco in appoggio all’allora capitano nerazzurro. Conte è partito deciso, da questo punto di vista. Ha schierato Martinez sempre a fianco a un altro attaccante, libero di esprimere il suo enorme potenziale e oggi raccoglie frutti evidenti. Domani a San Siro l’argentino e i compagni troveranno sulla propria strada il Borussia Dortmund, la società che più di ogni altra provò a strappare il «Toro» al Racing nel momento in cui stava per firmare con l’Inter. Per fortuna (e bravura) dei nerazzurri, era già stata spesa qualche promessa di troppo per tornare indietro e il ragazzo si era messo bene in testa di ripercorrere le orme dell’idolo Milito, sposando la causa interista. Dovrà riuscire a farsi rimpiangere dai gialloneri una volta di più per dare una mano importante in chiave Champions, dopo aver già spaventato il Barcellona a domicilio. Servirà, eccome, anche l’apporto di Lukaku.

A proposito del già citato Milito, non accadeva dai tempi del «Principe» di vedere un giocatore dell’Inter così avanti nelle realizzazioni nelle prime quattro trasferte di campionato. Il belga ci tiene da morire a far bene in Italia, in una squadra che ha fortemente voluto e con un tecnico con cui è nato un feeling importante. Anche quando parte in maniera lenta, come accaduto al Mapei Stadium, sa di avere la fiducia di Conte e di non dover rincorrere forzatamente la grande giocata. Il frettoloso pubblico del Meazza ha già espresso i primi borbottii dopo un paio di errori contro la Juventus, avrà modo di applaudire eventualmente il belga domani. I numeri, per ora, sono tutt’altro che negativi per uno che è al primo campionato italiano in carriera. I 65 milioni del cartellino pesano sui giudizi, ma Lukaku è questo, più carrarmato che esteta, più giocatore di squadra che bomber d’area. Caratteristiche che lo stanno aiutando molto negli scambi con Martinez nello stretto e che stanno risultando utilissime anche al compagno di squadra, letale nello sfruttare gli spazi aperti dal belga.

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