RUBEN
Cronaca

Le minacce informatiche più pericolose

Molte aziende italiane sono vulnerabili alle minacce informatiche nonostante la fiducia nella propria sicurezza. È necessario aumentare gli investimenti e la formazione per proteggere i dati e le risorse digitali.

Razzante*

Nell’era digitale in cui viviamo sembra che molte aziende italiane stiano ancora lottando aspramente per difendersi efficacemente dalle minacce informatiche in continua evoluzione. Nonostante i continui avvertimenti e gli attacchi sempre più sofisticati, molte imprese italiane si trovano ancora in una posizione vulnerabile quando si tratta di sicurezza informatica. Phishing, ransomware, malware e social engineering sono solo alcune delle minacce sempre più sofisticate che mettono a rischio i dati sensibili delle aziende ma anche la loro stessa operatività e reputazione. Secondo il Cisco Cybersecurity Readiness Index 2024, in Italia solo l’un per cento delle aziende possiede un livello di preparazione “maturo“ per far fronte alle minacce informatiche. Questo dato, emerso da un’indagine condotta su 8mila responsabili della sicurezza provenienti da 30 Paesi, mette in evidenza una grave lacuna nella capacità delle aziende italiane di proteggere i propri dati e le proprie risorse digitali.

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dallo studio è la discrepanza tra la fiducia delle aziende nella propria capacità di difendersi dagli attacchi informatici e il livello effettivo di preparazione. Nonostante il 62% delle aziende italiane sia moderatamente fiduciosa riguardo alla propria sicurezza informatica, solo l’un per cento è effettivamente pronto ad affrontare le minacce informatiche odierne. Le aziende italiane sono chiamate a potenziare le proprie strategie di cybersecurity, incrementando gli investimenti in cybersecurity, adottando soluzioni innovative, rafforzando la resilienza delle reti e aumentando l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Inoltre, è fondamentale che esse agiscano per colmare il divario di competenze in materia di sicurezza informatica e garantire che i dipendenti siano adeguatamente formati e consapevoli dei rischi.

*Docente di Diritto

dell’informazione

all’Università Cattolica