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Milano, 15 settembre 2016 - È l’inizio del Novecento quando Milano diventa capitale della finanza italiana: il potere economico passa infatti alle grandi famiglie di industriali e agli imprenditori che formano la nuova borghesia emergente. Anche la città cambia volto: i palazzi diventano eccentrici, bizzarri, colorati; fioriscono facciate e balconi ornati di ferro battuto, splendono al sole i mosaici e le maioliche.
L’Art Nouveau o liberty a Milano è il risultato del lavoro di architetti famosi come Giuseppe Sommaruga e Giovan Battista Bossi che, affiancati da schiere di maestranze eccellenti, con grande creatività sono riusciti a fondere soluzioni razionali tipiche del modernismo, eccessi barocchi e forme neoclassiche.
Ma dove ammirare il liberty a Milano? Ecco tre splendidi palazzi da non perdere assolutamente.
Liberty a Milano: Casa Galimberti L’area di Porta Venezia, non lontana da Palazzo Castiglioni, è quella più liberty della città. Passeggiate fra via Malpighi, via Sirtori e via Frisi, spingendovi fino a viale Piave: ammirerete decorazioni in ferro battuto, fregi floreali, decorazioni a nastro e maioliche colorate. L’angolo più bello è sicuramente quello di Casa Galimberti, costruita in via Malpighi 3 tra il 1902 e il 1905, su progetto dell’architetto Giovan Battista Bossi. La facciata dell’edificio è rivestita di piastrelle dipinte su cui fioriscono figure femminili e maschili in un intreccio di piante rampicanti lussureggianti. A questa ricchezza decorativa non corrisponde, però, una struttura altrettanto originale: le finestre hanno una disposizione regolare e sono tutte uguali, allineate sui due lati della facciata. La motivazione sta probabilmente nel fatto che la costruzione nasceva come casa “da reddito”, ovvero edificio di appartamenti da affittare.
Liberty a Milano: Palazzo Castiglioni Progettato da Giuseppe Sommaruga e inaugurato nel maggio del 1903, il monumentale Palazzo Castiglioni è il primo edificio propriamente liberty in città. Forse per provocazione, sorge in corso Venezia, la via dei palazzi nobiliari neoclassici. La sua facciata austera è ingentilita dai putti ad altorilievo e il bugnato ricorda Michelangelo. Al piano terra gli oblò caratterizzati dall’intreccio del ferro battuto comunicano una idea di potenza. Alcune scelte compositive, in particolare le finestre alte e strette, furono criticate dai contemporanei.
Liberty a Milano: Casa Campanini Nel 1906 l’architetto Alfredo Campanini progetta un’abitazione per sé e riesce a creare un vero e proprio capolavoro combinando vetri policromi, affreschi, ferri battuti e cementi modellati. Nel complesso, tutti questi materiali si fondono in armonia creando un insieme fluido. Due figure di donna in cemento ornano i lati dell’ingresso: sono opera dello scultore Michele Vedani e costituiscono una vera e propria lezione sull’uso decorativo di un materiale poco prezioso. Nel 1943, uno spezzone incendiario distrugge la copertura del vano scala e gli arredamenti originali in legno. Restano intatti però gli splendidi ferri battuti dell’ingresso e le decorazioni a stucco delle scale.