REDAZIONE MILANO

Inter, ufficiale il divorzio con il direttore generale Fassone

La società nerazzurra ufficializza l'addio. Il club ringrazia "Marco per il suo lavoro nei tre anni trascorsi all'Inter. Ha sempre fatto del suo meglio per la societa', gli auguriamo ogni successo per il futuro". Si pensa già al sostituto

Fassone con il presidente Thohir (Ansa)

Bergamo, 18 settembre 2015 - Dopo numerose voci che si rincorrevano in casa Inter, adesso è ufficiale. Marco Fassone non e' piu' il direttore generale dei nerazzurri. In un comunicato stampa pubblicato sul sito internet alle 20.11, la societa' nerazzurra ufficializza il divorzio e riporta le dichiarazioni del Ceo Michael Bolingbroke, con il quale il club ringrazia "Marco per il suo lavoro nei tre anni trascorsi all'Inter. Ha sempre fatto del suo meglio per la societa', gli auguriamo ogni successo per il futuro". Sembra quasi un licenziamento in piena regola dopo tre anni di incomprensioni e di difficoltà.  Il rapporto non è mai decollato, un po' per il passato bianconero del dirigente e un po' per alcune scelte strategiche legate al mercato e alla querelle per lo stadio di San Siro.

La vicenda ricalca quella di Marco Branca, il direttore tecnico finito nella lista nera di Thohir. Degli anni d'oro di Moratti non resta niente o quasi: l'ex presidente ha preferito rinunciare a ogni carica, lo stesso ha fatto il figlio Angelomario. Poi Branca e Fassone, entrambi defenestrati. L'ormai ex direttore generale diserta gli impegni pubblici, declina l'invito al Coni dove si parla di medicina sportiva, va invece a raccogliere le proprie cose ad Appiano Gentile, saluta commosso la squadra e lo staff tecnico. Un'uscita silenziosa coerente con un'esperienza luci e ombre come quelle relative allo scambio Guarin-Vucinic bloccato da Thohir in seguito alla reazione rabbiosa dei tifosi nerazzurri. Adesso si pensa già al successore, forse Javier Zanetti o lo stesso Bolingbroke, più lontana l'ipotesi di un ritorno di Ramiro Cordoba. Non è esclusa quella di rafforzare il ruolo di Mancini, dandogli competenze da general manager come già accade in Inghilterra.