Eugenio in Via Di Gioia, nel nuovo singolo la voglia di abbracciarsi

La band racconta i progetti bloccati dalla pandemia e la voglia di incontrare il pubblico

Gli Eugenio in via Di Gioia

Gli Eugenio in via Di Gioia

Un piano sequenza lungo 200 secondi. Girato tutto d’un fiato, il nuovo video degli Eugenio In Via Di Gioia esplora senza interruzioni e senza montaggio i romantici languori del singolo “Non vedo l’ora di abbracciarti”. Il pezzo è un altro tassello del mosaico che Eugenio Cesaro, Emanuele Via e Paolo Di Gioia (il quarto pilastro, Lorenzo Federici, non figura nel nome del gruppo perché arrivato in un secondo momento, ma è comunque gratificato dal titolo dell’album di debutto di sette anni fa) stanno mettendo assieme negli studi del produttore Vittorio Cosma in via Argelati. "Il video di "Non vedo l’ora di abbracciarti" è il risultato di una vera e propria residenza artistica durante la quale abbiamo registrato musica e girato le immagini in sole 48 ore" spiega Cesaro, 29 anni. "Siccome l’opera d’arte anamorfica che utilizziamo come scenografia si trova all’interno degli uffici di un’azienda d’abbigliamento veneta, abbiamo dovuto fare i conti coi tempi contingentati. Volevamo rendere chiaro l’idea che tutto stava accadendo in quel luogo e in quel momento ed è per questo che abbiamo pensato di evitare interruzioni usando il piano sequenza". Una scommessa con voi stessi. "È stata più dura del previsto. Abbiamo dovuto girare una trentina di sequenze perché nella concatenazione di scene c’era sempre qualcosa che non andava. Siamo riusciti nell’intento veramente all’ultimo tuffo, quando l’azienda era ormai in chiusura e, visto che erano gl’inizi di aprile, stava per scattare il coprifuoco". Al brano è abbinato il progetto Digitali e Uguali. "In una scuola di Moncalieri i ragazzi ci hanno raccontato cos’è stata per loro la dad in questi mesi facendoci capire di aver sottovalutato l’impatto che la didattica a distanza ha avuto sulla loro generazione. Così con ‘Non vedo l’ora di abbracciarti’ abbiamo pensato di dare vita ad una raccolta di fondi per acquistare computer e tablet da destinare a chi non se li può permettere consentendogli di essere uguale agli altri almeno nell’accesso alle lezioni. In fondo pure la dad è un abbraccio mancato". Virus permettendo, suonerete all’Alcatraz il 9 novembre. "È dal 2019 che rimandiamo il nostro tour. L’estate scorsa abbiamo fatto alcuni concerti, pure all’Idroscalo, ma lo spettacolo che abbiamo in mente da due anni è quello che speriamo di portare in autunno all’Alcatraz. Per l’estate, infatti, pensiamo ad un set minimale". Il titolo del tour era “Le facciamo tutte”, diventato “(Prima o poi) Le faremo tutte”. "Ora si chiama "Le faremo tutte quando ci si potrà finalmente riabbracciare". Certo saliremo in scena ancora più vecchi e quindi l’abbraccio sarà un po’ artritico, ma le faremo comunque tutte".  

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