Milano si prepara al Salone del Mobile 2019: "Sarà un'Olimpiade del design"

Conto alla rovescia per l'attesa rassegna, in programa dal 7 al 14 aprile

Salone del Mobile

Salone del Mobile

Milano, 28 marzo 2019 - Milano e l'Italia guardano alla vetrina mondiale del prossimo Salone del Mobile, in fiera a Milano dal 7 al 14 aprile, e nelle centinaia di manifestazioni in città comprese nella Milano Design week come a una sorta di Olimpiade. Del design, ma anche dell'arte e della cultura, del made in Italy a tutto tondo che quest'anno si arricchisce anche del genio di Leonardo da Vinci con le celebrazioni dei 500 anni dalla morte.

A tagliare il nastro dell'edizione 2019 ci saranno, tra gli altri, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e quello di Confindustria Raffaele Boccia. Ma nella settimana della rassegna si alterneranno in Fiera gran parte, se non proprio tutti gli altri leader politici. Che il Salone 2019 punti dritto a essere ricordato come un'edizione dei tanti record - l'anno scorso 435.000 buyers da 184 Paesi - sono convinti gli organizzatori che oggi hanno incontrato i giornalisti. «Possiamo considerarlo una sorta di Olimpiade, perché una fiera così - ha sottolineato il presidente del Salone del Mobile, Claudio Luti - non ce l'ha nessuno al mondo, per la sua internazionalità e perché noi abbiamo qui tutta la filiera che parte del legno a arriva alla bioplastica». «L'aspettativa è tantissima - conferma Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo - per il nostro comparto che fattura 42 miliardi, il 53% del quale, 540 miliardi di prodotto, dall'export. Ci auguriamo un pò di elettroshock per l'economia e che il governo, che qui sarà presente pressoché al completo, faccia qualcosa perché questa possa essere una ripartenza. Se infatti i numeri del nostro settore hanno fatto segnare nel 2018 un +2%, la crescita zero ventilata per l'economia italiana ci preoccupa». «Deve ripartire l'edilizia che è il motore del Paese - ha aggiunto Orsini - e poi ci deve essere stabilità politica, fondamentale per la fiducia degli investitori e per programmare investimenti e assunzioni».

Per quanto riguarda l'impatto sul settore degli accordi con la Cina, Orsini ha rilevato che «il nostro primo paese extra Ue sono gli Stati Uniti dove esportiamo per 1,5 mld e che quest'anno è cresciuto del 7%. La Cina è un paese in crescita, è al settimo posto e l'export è cresciuto del 6,5%. Benissimo gli accordi con tutti i paesi che possano generare lavoro in Italia, ma i gioielli di famiglia non si devono vendere mai».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro