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Bystronic, appesi al congelamento dei licenziamenti. Ma i lavoratori vedono nero

Pieve Emanuele: le voci dal corteo a cui hanno partecipato i dipendenti della multinazionale e gli amministratori locali della zona

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La manifestazione dei dipendenti Bystronic

Pieve Emanuele, 16 novembre 2024 – Anche Pieve Emanuele ha approvato l’ordine del giorno a sostegno dei lavoratori Bystronic contro la decisione di licenziare 150 lavoratori. Lo ha fatto durante la seduta del consiglio comunale svoltosi giovedì sera.

Voto unanime trasversale dell’ordine del giorno e sottoscritto da tutti i capigruppo consiliari, un segnale di unità importante a supporto della lotta dei lavoratori.

Prima del consiglio comunale si è svolto un corteo molto partecipato da piazza Impastato al palazzo comunale. In prima linea sindaco e Giunta e tanti consiglieri comunali di Pieve, l’assessore Catania di San Giuliano Milanese, i lavoratori Bystronic, la Fiom, consiglieri regionali e di Città Metropolitana.

Appesi a un filo

Un dramma che vivono 150 famiglie. Giovedì sera hanno manifestato portando in spalla una bara in cartone. E anche se i licenziamenti sono stati congelati, per 20 giorni, dal Tribunale che ha accolto il ricorso presentato dalla Fiom, nessuno abbassa la guardia. “Lavoro da 10 anni qui, ogni giorno faccio 100 chilometri fra andata e ritorno per venire a lavorare – spiega Luizim Dibra –. Questo sarà un Natale molto triste per noi. Un dramma per mia moglie e la famiglia. Siamo cresciuti in questa azienda e l’azienda è cresciuta con noi. Abbiano dato tanto, l’azienda va bene. Forse vogliono spostare la produzione altrove dove possono guadagnare di più”.

“Ho 50 anni e da dieci lavoro qui a Pieve Emanuele – spiega Antonello Rigolini – vengo qui a Pieve dalla zona Milano - Ripamonti e uso i mezzi perché non posso permettermi un’auto. La mia è una famiglia numerosa e il futuro non lo vedo positivo. Ora speriamo che dopo il blocco temporaneo dei licenziamenti da parte del Tribunale di Milano qualcosa si sblocchi. Ma non possiamo accettare di prendere meno stipendio e avere meno garanzie di quelle di oggi”.

“Sono due anni che lavoro per questa azienda – dice Davide Annibale –. Ho creduto nella proposta di una multinazionale e invece ora è arrivata la doccia fredda. Sono divorziato e vivo con mio padre invalido al 100%. Ora speriamo che si apra una trattativa che porti a qualcosa di buono”. Per Riccardo Cicchi futuro grigio: “Avendo 56 anni anche se non mi sento vecchio, lavorativamente il futuro lo vedo difficile anche per una eventuale ricollocazione”.