
Brusini, Isenburg, Santoro, Di Clemente e Tartaglia nella nuova sede di Milano
Milano - A 11 anni era arrivato a Milano dalla sua Puglia per cercare lavoro nel mondo della panificazione e dei dolci. Maestro degli impasti, a 66 anni Vincenzo Santoro diventa il protagonista di una clamorosa operazione nel mondo del food, cedendo il 60% della sua azienda a conduzione famigliare, la "Martesana", a due società d’investimenti diretti in start-up e sviluppo finanziario, la Mega Holding e la Eagle Capital Ventures.
Novità destinata ad alzare le quotazioni di un brand considerato tra i più accreditati nel mondo dell’arte bianca e che a Milano, dopo la sede di via Cagliero, aveva aperto altre vetrine in via Sarpi, in Sant’Agostino e nei giorni scorsi, all’interno del Mercato Centrale della Stazione. L’ingresso dei nuovi soci, con una dote di 1,5 milioni di euro, autorizza ad immaginare uno sviluppo estensivo della famosa bottega in Italia e in modo più particolare nel Milanese e in Lombardia. Ma il sensibile aumento di capitale rivela anche la volontà di potenziare l’immagine della Martesana, riorganizzando – grazie all’head of sales Marco Marsico - l’approccio "marketing oriented", scommettendo su progetti strutturali, puntando su una maggiore penetrazione nel mondo Horeca e consolidando l’e-Commerce.
Obiettivo dichiarato: raddoppiare il fatturato entro 3 anni e, insieme, utilizzare al meglio il patrimonio di credito e stima che la Martesana si è fin qui guadagnata negli anni, come rivelano il riconoscimento attribuito a Vincenzo Santoro nel 2020 come "migliore artista del panettone" e l’assegnazione alla sua maison delle prestigiose "Tre Torte" da parte del Gambero Rosso. Santoro continuerà a presidiare la produzione tradizionale e artigianale, forte del 40% che manterrà all’interno della nuova società ma anche degli accordi da lui siglati con Gianmaria Brusini e Marco Baroli del gruppo Mega Holding e con il fondatore di Eagles Capital Ventures Federico Isenburg e il co-investor Luca Tartaglia, quest’ultimo nominato amministratore delegato della nuova azienda. Garanzia che peraltro ricorda quella assicurata in passato anche ad altri marchi importanti dell’alta pasticceria meneghina: su tutti, Cova di Montenapoleone, entrata a suo tempo a fare parte della potente holding francese Lvmh.
Santoro, insieme all’executive pastry-chef Domenico Di Clemente, continuerà a firmare torte e praline che hanno fin qui fatto la fortuna della sua pasticceria. Lo ha dichiarato lui stesso, ieri, emozionatissimo ma anche gratificato da un’operazione che ha salutato come uno "tsunami di energia e di entusiasmo". Ovviamente confermando la sua presenza attiva nel laboratorio di Sesto San Giovanni.