Patto tra Comune e ambulanti, occupazione di suolo: ora un freno ai rincari nazionali

La delibera prevede una rimodulazione delle tariffe per il settore. Previsti maggiori introiti. Ma l’assessora Cappello frena: niente aumenti. La categoria: scongiurato quanto previsto da una legge scellerata

Una bancarella di frutta e verdura in un mercato scoperto milanese

Una bancarella di frutta e verdura in un mercato scoperto milanese

Milano – La legge del 2019, approvata durante il Governo Conte I, prevedeva dei rincari ingenti per le occupazioni di suolo pubblico. Nel mirino anche gli ambulanti dei mercati scoperti. Una delibera della Giunta comunale di giovedì rimodula le tariffe secondo quanto previsto dalla normativa ma, attraverso un meccanismo di agevolazioni, scongiura gli aumenti per gli ambulanti.

Vediamo nel dettaglio. La delibera prevede l’applicazione dell’aumento pari al 25% per i mercati settimanali scoperti con durata inferiore a 9 ore e della riduzione pari al 62% per i mercati settimanali scoperti con durata superiore a 9 ore per il 2024 e l’applicazione dell’aumento pari al 25% per i mercati settimanali scoperti con durata inferiore a 9 ore e della riduzione pari al 55% per i mercati settimanali scoperti con durata superiore a 9 ore per il 2025. Nell’atto dell’esecutivo di Palazzo Marino si legge che "l’adozione del presente provvedimento comporta una maggiore entrata pari a 177.489 euro per il 2024 e pari a 220.504 euro per il successivo anno".

Rincari in vista? Comune e ambulanti negano. L’assessora allo Sviluppo economico Alessia Cappello spiega che "non sono previste vere e proprie maggiori entrate per il Comune, se non in quantità irrisoria. La legge nazionale del 2019 sulle tariffe di occupazione di suolo pubblico, di cui sono uscite adesso i regolamenti attuativi, sostiene che anche i mercati che durano tutto il giorno siano assimilati alle occupazioni di suolo pubblico temporanee, non permanenti. Ciò comporta una revisione delle tariffe cittadine, in teoria con dei rincari, perché le occupazioni temporanee costano di più delle permanenti. Ma il Comune di Milano ha deciso di introdurre delle agevolazioni, la cui applicazioni non comporta aumenti delle tariffe per gli ambulanti dei mercati scoperti. E anche per l’amministrazione è un provvedimento che genererà un gettito invariato".

L’assessora , dunque, conclude che "con questa delibera abbiamo scongiurato i rincari per gli ambulanti. È vero che abbiamo rimodulato le tariffe, ma il conto totale non cambia: una soluzione raggiunta d’accordo con le associazioni di categoria. Questo per noi è l’ultimo passaggio dell’applicazione del regolamento sull’occupazione di suolo pubblico". Giacomo Errico , presidente milanese dell’Apeca, l’associazione degli ambulanti che fa capo a Confcommercio, conferma le parole della Cappello: "L’adeguamento al canone unico prevede zero aumenti per il commercio ambulante".

Enrico, subito dopo, aggiunge: "Qualche apprendista stregone che millantava di rappresentare la nostra categoria, ma non a Milano, si era inventato una tassa a due euro a metro quadrato. Io, in via Fauchè, dove pago 10 euro, avrei dovuto pagare 50 euro a mercato. Ci siamo precipitati dall’allora viceministro all’Economia Laura Castelli. E da allora ad oggi stiamo proponendo delle misure correttive in tutta Italia. Anche a Milano è andata così. Abbiamo messo una pezza a una legge scellerata".

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