
Milano – I valori della bellezza e della qualità della moda italiana confermano un appeal in costante crescita sia a livello di affari che per volumi prodotti. Un fascino che raggiungerà il suo apice proprio fra pochi giorni, in concomitanza con l’apertura della Milano Fashion Week che monopolizzerà l’attenzione internazionale grazie ai 30 eventi, le 67 sfilate e le 72 presentazioni organizzate sul territorio da martedì 19 a lunedì 25 settembre.
Un programma fittissimo che viaggia di pari passo con le previsioni ottimistiche di chiusura del 2023. "La prudenziale previsione per il fatturato 2023 è che possa aumentare del +4,5% rispetto al risultato del 2022, il che significa arrivare a 103 miliardi di euro, rispetto ai 98 miliardi del 2022" spiega Carlo Capasa, presidente della camera nazionale della moda italiana, Cnmi, durante la presentazione di Milano moda donna.
"Il fashion sta dimostrando una forza incredibile, nessuno pensava che avremmo recuperato le perdite della pandemia. Ad aprile c’è stato un rallentamento ma la crescita stimata rappresenta comunque un dato molto positivo in questa congiuntura". Numeri che hanno convinto lo stesso Capasa a proporre una rassegna più lunga per le prossime edizioni: "Non riusciamo più a trovare slot per le sfilate, c’è una densità pazzesca. Stiamo parlando con le altre fashion week per avere un giorno in più a inizio settimana".
Il passaggio, tuttavia, non è semplice. Perché si tratta di "cambiare i calendari internazionali", strutturati per non accavallare una con l’altra le varie manifestazioni. L’idea è quella di chiedere alla settimana di Londra, 15-19 settembre, di retrocedere un giorno.
Un’attesa per la fashion week italiana che è anche giustificata dal debutto pubblico di Sabato De Sarno, direttore creativo di Gucci, alla guida della prima sfilata del marchio e all’esordio in passerella del brand Tom Ford, dove a sua volta debutta Peter Hawkings alla conduzione dello stile. Per la prima volta in calendario sfilate si segnalano anche Avavav, Chiara Boni La Petite Robe, Karoline Vitto supported by Dolce&Gabbana, Rave Review e The Attico.
Per quanto riguarda l’export nei primi cinque mesi del 2023 la moda è aumentata del +7,4% e, in particolare, la moda donna dell’11,4%. "Dati ancor più significativi – ha sottolineato Matteo Zoppas presidente di Ice, agenzia per la promozione all’estero – perché seguono quelli di un anno eccellente: nel 2022 le esportazioni della moda italiana avevano superato gli 80 miliardi con un balzo di quasi il 18% rispetto al 2021 e la moda donna aveva raggiunto i 9,3 miliardi di export (+16%)". "Questo successo – ha aggiunto Zoppas – va attribuito alle 60mila imprese del comparto, e ai loro 500 mila addetti, che hanno saputo fare fronte alle difficoltà della pandemia e alle conseguenze dei conflitti bellici internazionali con risultati davvero notevoli".