Influenza e Covid colpiscono il commercio di Milano: 100mila lavoratori malati

Chiuso per malattia. Una litania che quest’inverno rischia di sentirsi sempre più spesso. L’azione combinata dell’influenza e del Covid-19 stanno rallentando il commercio milanese, con una perdita stimata di oltre 50 milioni di euro. Secondo una stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, soltanto nel mese di dicembre circa 98mila addetti saranno bloccati a casa, in malattia (quasi il 6% dei lavoratori dell’intero settore terziario).

Dallo studio sono esclusi negozi di alimentari, ristoranti e hotel, ma già così l’impatto su negozi e store è pesante. E potrebbe esserlo anche più di quanto raccontano i dati ufficiali. Un’indagine a campione effettuata sulle attività commerciali milanesi ha rilevato che la percentuale media di lavoratori non presenti a causa di influenza e Covid sia del 10%, ben superiore alla media statistica del 6%.

Nel corso dell'intero 2022 gli assenti dal lavoro per Covid, hanno risposto le aziende, sono stati il 12%. E due terzi delle imprese hanno potuto sopperire alle assenze con personale aggiuntivo o in sostituzione. Questa carenza, proprio sotto Natale e dopo tre anni di pandemia, rappresenta un duro colpo per il tessuto commerciale.

“Dicembre è il mese importante per le attività commerciali”, spiega Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano. “E le assenze per influenza e Covid, soprattutto quest'anno, incidono inevitabilmente, con importanti ricadute economiche, su una situazione già stabilmente complicata, a causa della cronica difficolta nella ricerca di personale. Una sempre più efficace prevenzione sanitaria è certamente d'aiuto anche per il mondo del lavoro e delle imprese”.