Gas, è risiko nelle città. Ma si parte in ritardo

Quindici anni fa il decreto Letta riorganizzava la distribuzione. Ora al via i bandi in Lombardia. Tra Comuni fermi al palo e testi incompleti

MANUTENZIONE Tecnici in un centro di distribuzione gas

MANUTENZIONE Tecnici in un centro di distribuzione gas

Milano, 27 dicembre 2015 - Il via libera dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) è questione di giorni. All’inizio del 2016, spiegano dal ministero dello Sviluppo economico (Mise), sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale il bando per assegnare la distribuzione del gas metano a Milano e nei vicini Comuni di Baranzate, Bollate, Cinisello Balsamo, Corsico, Novate e Sesto San Giovanni. Un pugno di città altrimenti detto ambito «Milano 1», uno dei 177 in cui è stata spezzettata l’Italia dal cosiddetto decreto Letta. È il 164 del 2000 e prescrive che la distribuzione del gas metano sia riassegnata attraverso gare pubbliche in aree prestabilite, i cosiddetti ambiti territoriali minimi (Atem, come il «Milano 1, 36 quelli lombardi).

A quindici anni dalla firma del provvedimento, la rivoluzione del servizio è partita. Ma con intoppi, ritardi e lacune che stanno vanificando il primo obiettivo: aumentare la concorrenza, favorendo investimenti sulle rete e condizioni economiche più vantaggiose per enti locali e cittadini. Stando al calendario del Mise la data limite per pubblicare la gara di «Milano 1» era fissata lo scorso 11 luglio. I documenti, tuttavia, sono arrivati solo poche settimane fa ai tecnici dell’Aeegsi, che deve vagliarli prima del bando. Un passaggio «necessario», puntualizzano da Roma, ma non effettuato dall’ambito «Monza Brianza 2», che comprende 29 Comuni, tra cui Desio, Lissone, Meda e Seregno. Né da altri territori. «Al momento non ci sono altri ambiti della regione Lombardia che hanno sottoposto la documentazione di gara all’Aeegsi», scrivono dal Mise, nonostante la tabella di marcia prevedesse entro l’11 luglio la scadenza per Lecco e Lodi, due mesi dopo quella di Pavia, entro l’11 ottobre Sondrio e l’hinterland di Milano e all’11 dicembre Como. Non pervenuti, quindi in ritardo.

«L’ambito di Varese – aggiungono gli uffici del Mise – aveva trasmesso all’Aeegsi il proprio bando, che risultava però carente di elementi essenziali e pertanto è stato ritirato». Nel settore sta facendo scuola la gara «Udine», bandita il 7 novembre. «È criticata perché non è stata segnalata all’Aeegsi e si discosta in modo significativo nella scelta dei punteggi dal “regolamento criteri”», una sorta di linea guida nazionale, spiega l’avvocato Francesco Piron, partner specializzato in energia dello studio Macchi di Cellere Gangemi. «Prevede 38 punti per lo sviluppo impianti a fronte dei 45 previsti dalla disciplina tipo – aggiunge l’esperto – o 45 punti per l’offerta economica contro i 28 del disciplinare tipo». Le associazioni di categoria del settore, Utilitalia, Anigas e Assogas, hanno scritto una lettera a Mise e Aeegsi per segnalare il bando, «ma non l’hanno impugnato, cosa che doveva essere fatta entro trenta giorni», osserva l’avvocato. E mentre lo studio valuta con alcuni clienti di ricorrere all’Autorità anticorruzione, il bando prosegue nell’incertezza.

Il decreto, che assegna il servizio per dodici anni, prevede che l’azienda uscente riceva un valore di rimborso da quella entrante. Con il rischio, secondo alcuni tecnici, che per le piccole municipalizzate sia più conveniente rinunciare al servizio gas, incassare le royalties e finanziare così altri interventi, dal cimitero ai lampioni. Le grandi società di distribuzione, nel frattempo, scaldano i motori. Da A2a alla brianzola Gelsia, sono tutte in attesa di scendere in campo per le prime gare.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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