Affitti brevi, battaglia sui limiti: "Colpirci farà dilagare il ‘nero’"

Milano, Francesco Zorgno (CleanBnB ) chiede il confronto: le regole ci sono, vanno fatte rispettare

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Milano -  «Il nostro settore ha bisogno di regole, ma limitazioni indiscriminate farebbero solo dilagare il sommerso, come è successo all’estero". Francesco Zorgno, presidente dell’operatore italiano del settore affitti brevi CleanBnB e di Rescasa-Confcommercio, lancia un appello, dopo che il Comune di Milano e le amministrazioni di altre città turistiche hanno messo in agenda una possibile stretta: "Noi siamo alleati della pubblica amministrazione, e ogni decisione deve essere presa dialogando con le parti".

L’assessore alla Casa del Comune di Milano Pierfrancesco Maran, intervenendo al Forum dell’Abitare, ha parlato della possibilità di limitare il numero degli host, attraverso un sistema di licenze. Che cosa ne pensa?

"Sono stati usati toni negativi, senza neanche invitare a un confronto i soggetti che gestiscono professionalmente gli affitti brevi. Una generica e goffa proposta di limitazione, pur nella convinzione che sia fondamentale il rispetto delle regole, non può che vederci contrari. L’imposta di soggiorno è un introito importante per la pubblica amministrazione, e dovrebbero essere incentivati gli operatori professionali che offrono standard adeguati, vigilano sul rispetto delle regole e sul pagamento delle tasse. Colpendo noi, si finirebbe per favorire il sommerso e il mare magnum del fai da te. Abbiamo già scritto a Maran, come associazione di Confcommercio, per fissare un incontro e aprire una discussione".

Quali regole servirebbero, nel concreto?

"Le regole ci sono già, vanno fatte rispettare. È sbagliato se le città pensano di potersi muovere in autonomia, perché eventuali misure devono essere armonizzate a livello nazionale. Altrimenti si crea solo confusione e duplicazione di norme".

Il boom degli affitti brevi, però, rischia di ridurre l’offerta già limitata di case per studenti e lavoratori.

"Non esiste, dal nostro punto di vista, questa correlazione. Quello degli affitti brevi è un fenomeno relativamente piccolo, riguarda solo il 5% del totale delle seconde case in Italia, e sono ben altri i fattori che influiscono sull’aumento dei prezzi. Noi gestiamo immobili di privati che altrimenti rimarrebbero vuoti, perché il proprietario non vuole metterli in affitto per un lungo periodo. Grazie a questo sistema le case vengono riqualificate, i centri urbani diventano più vitali".

Fate concorrenza agli alberghi?

"L’offerta non è alternativa, ma complementare. Con gli albergatori è in atto da tempo un confronto costruttivo. In una città come Milano c’è spazio per tutti, la domanda di alloggi è alta e crescerà ancora di più con le Olimpiadi invernali".

Quanti alloggi gestite a Milano?

"Noi ne gestiamo circa 150 e siamo uno dei gestori più grandi, considerando che in città ci sono 15mila alloggi in affitto breve su un totale di 250mila seconde case. Non esistono big player, ma tanti piccoli proprietari che gestiscono le loro case in autonomia, attraverso le piattaforme. Questo comporta inefficienze, tariffe improvvisate, difficoltà nei controlli".

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