Abercrombie flop, chiude il megastore a Milano

Lo sbarco in Italia nel 2009, con i suoi commessi muscolosi a petto nudo e un marketing aggressivo, aveva fatto scalpore

Si abbassano le saracinesche su Abercrombie Milano

Si abbassano le saracinesche su Abercrombie Milano

Milano, 30 maggio 2019 - Lo sbarco in Italia nel 2009, con i suoi commessi muscolosi a petto nudo e un marketing aggressivo, aveva fatto scalpore. La folla tra gli scaffali attirata dal logo dell’alce però si è via via diradata, fino a quello che appare come l’epilogo di una avventura imprenditoriale. Abercrombie&Fitch ha annunciato infatti la chiusura del megastore in corso Matteotti, nel cuore di Milano.

E le saracinesche dovrebbero abbassarsi nel secondo semestre del 2020, nell’ambito di un piano di chiusure che riguarda anche negozi a New York e Fukuoka, in Giappone. Una parabola discendente che a Milano aveva già fatto sentire i suoi effetti con la chiusura di uno dei quattro piani e il ridimensionamento del punto vendita dove attualmente lavorano circa 150 persone. Posti che ora sono a rischio. «Chiederemo un incontro urgente con l’azienda - spiega Roberta Griffini, della Filcams-Cgil - da tempo era evidente che il modello di business non funzionava più». Il marchio di abbigliamento ieri ha registrato un tonfo a Wall Street, arrivando a perdere oltre il 21%.

Dopo un boom iniziale Abercrombie & Fitch ha perso slancio negli ultimi anni, risentendo del cambio dei gusti dei giovanissimi. Di recente l’unico marchio del gruppo a crescere in modo sostenuto è stato Hollister, che con il suo abbigliamento molto casual e divertente è riuscito a mantenere il suo appeal e attirare i giovanissimi. I risultati del primo trimestre del 2019 mettono però in evidenza come anche Hollister stia ora frenando: nei primi tre mesi dell’anno le sue vendite sono salite del 2%, decisamente al di sotto del 3,3% atteso dagli analisti.

 

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