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Cultura e Spettacoli

Vasilisa Berzhanskaya è Rosina di Rossini: "L’Italia mi ha insegnato a cantare"

La protagonista del ‘Barbiere di Siviglia’, 29enne siberiana, si è formata all’Accademia di Pesaro

Vasilisa Berzhanskaya

Milano – Questa volta Rosina viene dal freddo e l’Arena di Verona s’illumina. Vasilisa Berzhanskaya, un talento fuori dal comune, è la protagonista de ‘Il Barbiere di Siviglia’ di Rossini, sul podio Alessandro Bonato, regia di Hugo De Ana; Antonino Siragusa interpreta il Conte d’Almaviva e Michele Pertusi Basilio. Empatica e diretta, ventinove anni, il mezzosoprano siberiano formatosi all’Accademia Rossiniana, racconta il suo amore per il compositore di Pesaro "Non avrei mai immaginato di diventare una cantante lirica in Italia".

Chi l’ha convinta a studiare?

"Ho sempre cantato fin da piccola, canzoni pop, folk. Finché mia madre mi ha portato all’opera per ascoltare “Il principe Igor“ di Borodin, avevo tredici anni e sono rimasta affascinata. Da quel momento ho capito che avrei voluto cantare seriamente".

A cosa crede di aver maggiormente rinunciato per cantare?

"Più il mio lavoro progredisce, più mi rendo conto che le gioie che ricevo sono davvero molto di più delle rinunce. Non penso che mi sarebbe piaciuta una vita casalinga tranquilla; viaggiare, vedere nuove città, imparare altre lingue stimola, mi arricchisce".

Canta mai per il suo bambino?

"Maxim ha sette mesi, la musica è nella nostra famiglia, lo porto con me in teatro, a casa studio e ascolto brani di classica; non sarò mai una mamma che gli imporrà di studiare musica ma la condividiamo. Spesso prima di dormire gli canto la ninna-nanna oppure canzoni per bambini e lui è contento, è un momento intimo fra noi che dona pace".

E’ molto bella. Quanto è importante l’aspetto estetico per una cantante d’opera?

"Nell’era dell’immagine è importante, so che ci sono alcuni registi che vogliono cantanti con un certo fisico magari più pertinente alle riprese; di una cosa sola sono certa: una cantante d’opera non farà mai carriera solo per la sua bellezza, la voce e la tecnica determinano il futuro di un’artista".

Cosa le ha insegnato l’Italia?

"A cantare, ad amare le opere italiane, a esprimermi in palcoscenico con maggior sicurezza. Nei vostri teatri si avverte quanto il pubblico adori i suoi compositori come Rossini, Verdi, Puccini. Vivendo qui ho scoperto la cucina italiana, è straordinaria, buonissima, ogni regione ha piatti diversi, sono rimasta impressionata dall’immensa varietà; in ogni posto in cui vado a lavorare cerco di conoscere ogni ristorante per ricordarli quando dovrò tornare. La cucina è come la vostra arte, il paesaggio che cambia secondo i luoghi, le città, le piazze".

Custodisce un sogno nel cassetto?

"Vorrei continuare questa vita, debuttare in nuovi ruoli, nient’altro. Ho una bella famiglia e sono mamma da poco. Sono serena e felice".