STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Il sottomarino Enrico Toti, storia di una star

Quindici anni fa dopo un lungo viaggio fece il suo ingresso in città, con migliaia di milanesi che lo attendevano tra bandierine e fiato sospeso

Un momento dell’ingresso a Milano del sottomarino Toti

Milano, 28 aprile 2020 - Sono passati quindici anni, ma sembra ieri. Eppure è così, il mitico sottomarino Enrico Toti fa parte dal 2005 delle collezioni navali del Museo nazionale della Scienza e tecnologia, amatissimo dai milanesi. Era il tredici agosto quando il Toti fece il suo ingresso, come una star, in città, trasportato su un gigantesco carrello con 240 ruote. Ed erano in migliaia i milanesi ad attenderlo, a dispetto dell’afa, sui marciapiedi, affacciati alle finestre, con le bandiere che sventolavano. Tutti con il fiato sospeso, a seguire l’ultimo tratto di quel viaggio avventuroso partito dal porto di Augusta, toccando tappa dopo tappa, Taranto e Chioggia sino agli argini del Po, poi scendendo nelle strade e nelle piazze di mezza Lombardia. Sino a Milano.

Dove il rischio di collisione con un semaforo, in pieno centro, viene evitato solo grazie alla bravura di due abili conducenti, e la balena in acciaio riesce solo a sfiorarlo. Ricordi ben impressi nella memoria di Marco Iezzi, curatore del settore trasporto dello splendido museo intitolato a Leonardo Da Vinci. "Seguivo il convoglio in moto assieme ad un dispiegamento incredibile di tecnici e forze dell’ordine", racconta. "Gli ultimi e più delicati 93 chilometri percorsi dall’8 al 14 agosto dal Toti. Ogni notte un pezzetto di strada sino ad arrivare in via Olona. Che emozione vedere la polizia municipale meneghina raccogliere il testimone dai colleghi di Cremona, salutando il Toti con tutti i lampeggianti accesi! Per farlo entrare nel museo abbiamo dovuto abbattere il muro del parcheggio. Dal 7 dicembre 2005 il sottomarino Toti è aperto al pubblico, e il prossimo Sant’Ambrogio potrebbe essere una bella data per festeggiarlo".

La storia dello straordinario trasporto del sottomarino sarà raccontata a puntate, a partire da giovedì, sempre online sui canali Facebook, Instagram e Youtube del Museo, nell’ambito dell’iniziativa #storeiaportechiuse, il format ideato per rendere meno amara la chiusura dei musei al tempo del coronavirus. E in attesa di poterci ritornare, dal 18 maggio, per ammirarlo dal vivo sempre nel rispetto delle regole del distanziamento sociale, è bello poter ascoltare i dettagli di un’avventura riuscita, e soprattutto una storia di uomini, i marinai, gente speciale come i sommergibilisti.

Il momento più emozionante? "Uno in particolare - riprende a dire il curatore - quando il Toti è stato tirato fuori dall’acqua del Po e poggiato sul carrello. In fine dei conti è stato salvato da un destino infelice, è diventato un bene culturale invece di essere fuso dopo ben 30 anni di onorato servizio. È un simbolo dell’avvio dell’industria italiana nel Dopoguerra, un gioiello frutto della tecnologia della cantieristica italiana". Il Toti ha ancora tanti segreti da svelare. Ad esempio ci sono alcune parti della strumentistica, come il sistema di lancio dei siluri che "sono riservati", ritenuti top secret dalla Marina Militare, e quindi ancora mancanti.