
Rosa Chemical al Festival di Sanremo 2023
Irriverenza “Made in Italy”. Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi (del presepe napoletano). E invece Rosa Chemical, nel suo studiolo milanese in zona Navigli, è andato a dissacrare uno dei più venerati; quel Renato Carosone strattonato per la giacchetta di lamé con una versione di ‘O sarracino’ da mandare di traverso la sfogliatella ai cultori della canzone partenopea e chiedere scusa a San Gennaro.
"L’idea che ha mosso me e l’altro autore Alessandro La Cava nella scrittura di ‘Bellu guaglione’ era quella di recuperare ‘‘O sarracino’, aggiornandola ai nostri giorni raccontando la storia di un’identità fluida” racconta lo scapricciatiello di Rivoli, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, 25 anni, artista, writer, tatuatore, grafico, direttore artistico, cantante… podologo. "Sarracino si sveglia nel 2023 e scopre che l’amore non è più solo quello di una volta. Piace a tutti nella sua fluidità, nel suo essere libero e privo di pregiudizi". Un adone con lucidalabbra e tacco nove, altro che il “bello ‘e faccia, è bello ‘e core” che ‘tutt’ ‘e ffemmene fa suspirà”.
"Dopo il Festival e ‘Made in Italy’ volevo una canzone diversa, perché non amo rinchiudermi in una scatola, incasellarmi in un genere". I dati dicono che il pubblico è stato al gioco solo fino ad un certo punto, ma Rosa-Manuel non sembra preoccuparsene più di tanto, già lanciato verso nuove avventure. Intanto prosegue quel Summer Tour che lo porta il 29 luglio all’NXT Station di Bergamo e il 30 al Castello di Brescia.
Si tratta della sua prima tournée vera e propria. È come se l’aspettava?
"No. È meglio. Se prima avevo un pubblico tra i 18 e i 24 anni, dopo Sanremo è diventato super variopinto, includendo bambini, adulti e anziani. Così la sfida è diventata quella di riadattare uno spettacolo per adolescenti ad un pubblico più vasto".
Perché l’intende come una sfida?
"Se far ballare un ragazzo è relativamente facile, riuscirci con un anziano lo è molto meno. E far sorridere una bimba dall’inizio alla fine dello spettacolo, ancora meno. In scena, però, sono un grillo che salta da destra a sinistra e la cosa non mi preoccupa. Regalo emozioni vere. Italiane".
Mamma Rosa l’ha sostenuto pure in questo?
"Certo. E non solo lei. A vedermi sul palco è venuta pure Nonna Chemical".
Chi?
"Nonna Carmela".
E lei sarebbe il fautore dell’eversiva “rivoluzione gender” denunciata da una deputata di Fratelli d’Italia alla vigilia del Festival?
"Non mi sono mai sentito in quei panni. Sono solo una persona libera con tanta voglia di divertirsi e di divertire gli altri mandando un messaggio".
Sbaciucchiando Fedez seduto in prima fila all’Ariston?
"Il quel momento mi andava di farlo, ma non è detto che lo rifarei. L’arte vive d’improvvisazione. Di quello che t’ispira la situazione che stai vivendo".
Si aspettava l’uragano di polemiche o sono andate al di là di ogni immaginazione?
"Un po’ me l’aspettavo, un po’ no. Ovviamente sapevo che la mossa avrebbe fatto parlare".
Insomma, s’è detto: ora o mai più.
"Ma certo. A Sanremo entri per tre minuti nelle case di tutti gli italiani e in quei tre minuti devi dare tutto".
Ce l’ha un argomento tabù.
"Mi annoia un po’ parlare del bacio dell’Ariston, per il resto sono aperto a tutto".
Tutto, tutto?
"Spesso mi chiedono di mio padre. Ma viviamo lontani, io a Milano e lui in America, quindi, anche se ci vogliamo bene, non ho molto da raccontare. Ovviamente quando ci sentiamo mi fa piacere, ci siamo pure visti a primavera durante la mia vacanza post sanremese in Jamaica ed è stato divertente".
Ora vive a Milano.
"Dopo un pendolarismo infinito, solo un anno e mezzo fa le condizioni economiche sono migliorate al punto da potermi permettere di avere una casa degna in città. Mia madre è rimasta a Torino, la vedo meno, ma il legame resta. Ero un ragazzo difficile e se ho imparato a volermi bene, lo devo a lei".
Come vede Manuel (o Rosa) fra dieci anni?
"Spero felice, in un bel posto caldo a fare arte. L’importante è continuare ad esprimersi".