"Adesso torniamo alla musica. E cerchiamo nuove strade"

L’appello del maestro Roberto Cacciapaglia con il suo “Days of Experience”: le mie note non sono mai un fine, ma un mezzo. Per conoscere se stessi

Il maestro Roberto Cacciapaglia

Il maestro Roberto Cacciapaglia

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Milano, 18 dicembre 2020 - «E allora ritorniamo alla musica" racconta Roberto Cacciapaglia. Da poco è uscito il suo nuovo lavoro il cui brano “Days of Experience”, il primo a essere registrato e pubblicato, in classifica Spotify, è stato composto durante i “Giorni dell’Esperienza” del lockdown. È stato registrato a Milano con una tecnologia innovativa di registrazione tridimensionale del suono che riproduce fedelmente le percezioni acustiche di un ascoltatore situato nello stesso ambiente, l’album è stato masterizzato negli studi “Abbey Road” di Londra. "La tecnologia supera le frontiere, siamo un’isola costellata da altre isole con cui comunichiamo". Fra i compositori milanesi più eseguiti in Italia e all’estero, alcuni brani di Cacciapaglia- con arie di Cimarosa e Tchaikovsky - accompagnano l’albero di Natale in piazza Duomo ideato da Marco Balich.

Oggi chi sono i suoi fans? "La situazione che abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo, ha spinto tutti noi a guardarci dentro, la mia musica non è fine a sé stessa, è un mezzo, è il mio specchio. Per questo nasce una corrispondenza con tante persone che vedono la musica come un ponte. Le note sono sferiche, con un lavoro di presenza, d’attenzione, si riempiono di contenuti profondi. Tutto ciò crea un ponte, una comunione con chi ascolta, l’ho capito durante le dirette streaming di questi mesi. Ed è quello che cerco di fare, sempre".

Questo suo ultimo album racchiude il suo grande amore per il pianoforte. "Il pianoforte è il mio strumento. Alla ricerca del suono, della sua attitudine, ho ripreso a studiare i grandi pianisti del XX secolo: da Horowitz ad Arturo Benedetti Michelangeli a Martha Argerich. Una ricerca sul pianismo puro, su cosa vuol dire interpretare le note lasciate sugli spartiti e che gli interpreti fanno risorgere con gioia e con un senso di dovere verso la musica. Mesi fa, quando ancora potevamo spostarci, sono tornato a Vienna per rivisitare la casa di Beethoven, sono rimasto colpito nel vedere la strumentazione che lui ha usato, gradualmente, mentre prendeva consapevolezza della perdita dell’udito. Questa epidemia ha messo tutti a dura prova, ma spinge anche a guardare nuove strade".

Come trascorrerà Natale? "A Milano, a casa. Ho eseguito gli ultimi concerti al Teatro Bibiena di Mantova e al San Domenico di Foligno, dov’è stato girato il video. Il mio pensiero in questi giorni va a tutti teatri italiani di tradizione, a chi vi lavora, a chi è in cassa integrazione, a ognuno di loro sono vicino".  

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