
Roberto Brivio
Viene ricordato domani alle 16, nell’aula consiliare del Comune di Brugherio, in piazza Battisti 1, Roberto Brivio fondatore nel 1964 dei Gufi, cabarettista, cantante, scrittore. All’incontro, organizzato a un anno dalla morte dell’artista e cabarettista (portato via dal Covid a 82 anni) - a lungo collaboratore del Giorno con la sua rubrica di dialetto milanese - intervengono la moglie Grazia Maria Raimondi, la figlia Federika, la sorella Maria Brivio, il direttore de Il Giorno Sandro Neri, l’amico fisarmonicista Sergio Ferrario e il tenore Rodolfo Maria Gordini. L’evento - organizzato dall’associazione Acu col patrocinio del Comune di Brugherio e presentato da Claudio Pollastri - è aperto al pubblico.
Milano - Il Gufo per antonomasia è volato via un anno fa, sorpreso dal doversene andare quando ancora aveva tanti progetti nella sua testa di rapace notturno. Roberto Brivio si è assentato il 22 marzo 2021 e da allora manca a Milano, manca il suo sarcasmo, le battute taglienti, la fantasia scanzonata, la grande eleganza. Si diploma nel ’59 ai Filodrammatici e dopo varie esperienze inizia l’avventura con i volatili. Nel ‘64 incontra Svampa, Patruno e Didi Martinaz e debutta al Capitan Kid con i Pipistrani che diventano Gufi a tutti gli effetti al Boccaccio, dove Magni sostituirà Didi. Da quel momento saranno 5 anni intensi e ricchi di successi. Il quartetto gira tutta l’Italia, rivoluzionando gli schemi dell’avanspettacolo e creando un nuovo genere: il teatro canzone. Brivio è il Cantamacabro, l’anima noir, con capolavori che diventano cifra inconfondibile dei quattro. Che dire della geniale Va’ Longobardo? Il gruppo si scioglie nel ’69 e Roberto da allora rimarrà per sempre l’unico Gufo impenitente e cercherà continuamente di riunire la banda, riuscendoci in televisione nell’81 con gli originali e ritentandoci nel 2020 con Oreglio, Patrucco e Riondino. La sua mente vulcanica non è mai ferma: apre 6 teatri, scrive 13 libri e innumerevoli articoli in milanese per Il Giorno, con la sua rubrica L’Angolo di Milano, di cui noialtri Duperdu abbiamo umilmente raccolto il testimone (ogni sabato nella pagina Spettacoli). Con il suo tesoro, Grazia Maria Raimondi, sperimenta l’operetta e dà vita a memorabili duetti dialettali. Mirabile la traduzione del monologo di Amleto con il famoso incipit: Vess, o vess minga, quest chì l’è el problema! E ogni volta che sentiamo il deng deng di un tram che chiama strada, pensiamo a te, Gufo, nell’Olimpo degli dèi della nostra cultura milanese.