Milano – “Avevo 11 anni quando mio papà convinse la proprietà di questo immobile a trasformare da monosala a multisala lo storico cinema Colosseo, uno dei più antichi della città, creato nel 1927 dall’architetto Alessandro Rimini”. Tomaso Quilleri, esercente di quarta generazione, alle redini insieme al padre del circuito Il Regno del Cinema, riparte da qui. Dal suo primo ricordo legato al mondo del cinema e da quella missione di famiglia che lo ha portato, insieme al papà David e ai suoi fratelli Jacopo e Lorenzo, a investire ancora - navigando controcorrente mentre altre sale milanesi spegnevano la luce - per restituire alla città un Colosseo rinnovato, pensato per il pubblico del futuro.
Nel cinema di viale Montenero 84 si proietta in esclusiva, con due mesi d’anticipo rispetto all’uscita delle sale “Nella stanza accanto” di Pedro Almodóvar, dopo il Leone d’oro, nella nuovissima sala ribattezzata Venezia, in omaggio al Festival. Si annodano i fili: “Per la serata inaugurale del dicembre del 1988 partimmo da Brescia per venire qui: ricordo che dalla balconata dove mi trovo adesso vedevo una Milano impellicciata e infreddolita, tutta elegante, che arrivava per quell’occasione. C’era mio papà con il sindaco Pillitteri. Era una Milano diversa, un cinema diverso. Aprimmo con tre sale e in una di queste proiettammo ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’ di Almodóvar. Quando Warner Bros ci ha concesso straordinariamente ‘Una stanza accanto’ ci è sembrata la chiusura del cerchio. Da quella prima serata del 1988 abbiamo avuto 35 anni di successo del Colosseo, ne avessimo davanti altrettanti sarei contento”.
In mezzo non sono mancati ostacoli, sfide, ristrutturazioni, rivoluzioni digitali e una pandemia. Il Colosseo aveva già agganciato la ripresa nel 2023: i numeri delle presenze si erano riallineati con quelli del 2019. La famiglia Quilleri però ha deciso di non sedersi: con circa due milioni di euro di investimento ha puntato su sale più intime (si passa da 900 a 800 posti) che ricreano, anche nei tessuti delle poltrone, l’atmosfera (e la comodità) di casa - con più spazi tra le sedute e divani per due come in salotto - rimettendo però al centro la magia del grande schermo, che si allarga. Si scommette su tecnologia e soluzioni architettoniche innovative, si sperimenta la disposizione a semicerchio.
“Siamo convinti che il pubblico di domani sceglierà oltre ai film, la qualità dei locali - spiega Tomaso Quilleri -. Per essere pronti bisognerà continuare a investire. Non si può più alzare la serranda e sperare che la gente entri perché hai un buon film: bisogna lavorare sul pubblico, fidelizzarlo, ingaggiarlo e fargli vivere una grande esperienza. Il lavoro dell’esercente è questo”. E ha bisogno di alleati: “Dalle istituzioni - ricorda Tomaso Quilleri -, con la Legge Cinema che aiuta imprenditori coraggiosi, a una proprietà illuminata come la famiglia Luce: altrimenti è impossibile resistere alla differenza di redditività al metro quadro del commercio rispetto alla cultura. Il valore della cultura si misura in maniera differente: bisogna avere una visione in questo senso. A Milano è più semplice: è una città che ha sempre riconosciuto la qualità degli investimenti, anche nei momenti difficili. Promessa mantenuta: siamo qui, con grandi storie su grandi schermi, in ambienti belli. È la magia del cinema”. Che continuerà anche all’Eliseo, con un nuovo restyling all’orizzonte.