
Il Family Show al Leonardo dal 31 ottobre con Davide Nebbia e Mario Finulli
Milano, 19 ottobre 2019 - Se state cercando il castello di Hogwarts, vi conviene dare un’ occhiata a teatro, luogo di magie per antonomasia. Dove può capitare che la saga della Rowling venga condensata in 70 vorticosi minuti. Grazie a due interpreti e a una manciata di effetti speciali. Possibile? Forse è in questa semplicità il successo di “Potted Potter”, parodia non autorizzata (dettaglio ripetuto con un certo orgoglio) che dal 31 ottobre torna al Leonardo per la stagione di MTM. Un Family Show. Che si basa sul format inglese dei comici Dan e Jeff, qui diretto da Simone Leonardi sulla regia originale di Richard Hurst. In scena Davide Nebbia e Mario Finulli, attore milanese. Due clown che devono inventarsi qualcosa per svoltare la giornata. E si lanciano in questa sana follia.
Mario Finulli, come è andata lo scorso anno? «Molto bene. È stato anche il mio debutto da protagonista. Comunque un grande azzardo: una parodia, con pochi elementi scenici, interpretata da due soli attori». Cosa che la obbliga a interpretare 360 ruoli. «Esattamente! In scena sono quello che non ne sa nulla e combina disastri. E pensare che invece sono un grandissimo fan di Harry Potter, come del resto tutti noi in famiglia. Siamo sette fratelli che rileggono in continuazione i sette libri». Il gusto è british? «Di base la comicità è quella, legata al nonsense. Dove si sprecano le citazioni dei Monty Python. Sulla traduzione abbiamo fatto un lavoro raffinato per adeguare i riferimenti alla società italiana. Il format è “family”: non ci sono né volgarità né violenze. Tutti gli adulti che hanno visto lo spettacolo si sono fatti delle grandi risate e sono stati bene». Ma qual è il suo personaggio preferito? «Dobby, uno dei primi che ho iniziato ad imitare. Rappresenta un valore importante, è lo schiavo che combatte per i suoi diritti e diventa un elfo libero. Mentre continua a farmi ridere la sacra scena in cui Silente deve rivelare la profezia che riguarda Harry e Voldemort. Solo che come tutti i vaticini non è molto chiaro. E così nasce una situazione paradossale in cui coinvolgiamo il pubblico». Cosa vuol fare da grande? «Ho scoperto la bellezza dei family show e dei musical, il rapporto col pubblico. E diciamo che non ho ancora voglia di decidere».