
Riccardo Muti, ospite a “Che tempo che fa” l’11 gennaio scorso
Milano, 4 giugno 2016 - I compleanni si festeggiano. Se ci si chiama Riccardo Muti e gli anni sono 75 (li compirà il 28 luglio) si festeggiano in modo particolare. Prima di tutto, in teatro. Quando si sono trascorsi vent’anni in un dato teatro e questo si chiama La Scala di Milano si festeggiano lì. Un modo conveniente è parso allestire una mostra (“Riccardo Muti, gli anni della Scala”, curata da Lorenzo Arruga) che percorra questi vent’anni di lavoro (1986-2005), alloggiandola nel Museo Teatrale alla Scala, con inaugurazione domani, su invito. Da lunedì fino al 16 ottobre sarà aperta al pubblico tutti i giorni, dalle 9 alle 12 e dalle 13.30 alle 17. Ma c’è altro. Domani sera alle 20, il maestro Muti nella sala del Piermarini parteciperà a un Incontro pubblico, con Lorenzo Arruga e il Quartetto d’Archi della Scala.
L’accesso al Teatro sarà consentito fino a esaurimento dei posti ( non riservati), previo ritiro del biglietto gratuito alla Biglietteria centrale (MMDuomo, Galleria del Sagrato). Il duplice evento (mostra e incontro), è straordinario e fino a pochi mesi fa del tutto imprevedibile. Riccardo Muti torna alla Scala dopo 11 anni di assenza. La vicenda Muti-Scala mantiene a tutt’oggi lati oscuri. Fu il 2 aprile 2005 che il maestro Riccardo Muti consegnò al sindaco Albertini, presidente della Fondazione Teatro alla Scala, la lettera con le sue dimissioni da direttore musicale del teatro, incarico che ricopriva dal 1986. “È una scelta obbligata” iniziava lo scritto, che diceva più avanti “Fare musica insieme non è soltanto un lavoro di gruppo: richiede, nella condivisione, stima, passione e intesa..”. Qualità che erano venute a mancare.
L’escalation che l’aveva portato a lasciare il suo teatro dopo 92 giorni di tribolatissime macchinazioni con dimissioni annunciate, chieste, respinte, ritirate, auspicate, imposte, congelate, lasciò tutti esterrefatti. Uno come Muti, se cade, cade ovviamente in piedi. Se ne andò a dirigere la Chicago Symphony Orchestra. E aveva la sua Cherubini, e le tournées, nord Europa, Giappone… Ma Scala: mai più. Finché non arrivò quel 5 novembre 2015. Muti aveva partecipato alla cordata per salvare il frac di gala di Toscanini, donandolo al Conservatorio Verdi di Milano. Il 5 novembre era la cerimonia della consegna e Muti aveva spostato una prova con la Cherubini, a Piacenza, per essere presente: «dalle 12 alle 13» precisava il suo o.d.g. Niente in contrario se si invitava Alexander Pereira, sovrintendente della Scala? Niente in contrario. I due personaggi si incontrarono e si abbracciarono. Forse si dissero qualcosa all’orecchio. Fatto sta che Muti domenica rimette piede alla Scala.