Federico Moccia: il mio romanzo a 18 mani

Iniziativa della casa editrice milanese "Sem": concorso per neo autori dello scrittore da 10 milioni di copie

Moccia

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Milano, 26 luglio 2019 - «Scriviamo il mio libro»: il claim è già destinato a scatenare le ironie di chi da anni considera questo autore da dieci milioni di copie vendute in tutto il mondo soltanto un pornografo dei sentimenti. Per tutti gli altri – «e sono i veri lettori, una comunità forte come raramente se ne riescono a costruire oggi», assicura Antonio Riccardi, direttore editoriale della casa editrice Sem – ieri si è aperto il concorso per scrivere con Federico Moccia la sua prossima opera.

Titolo, data di uscita e trama già ci sono: verrà pubblicato a gennaio 2020 da Sem e si chiamerà La ragazza di Roma Nord (una strizzatina d’occhio alla fortuna della musica indie romana e un’altra alle decine di “ragazze” da bestseller: con l’orecchino di perla, del treno, con la Leika). La storia è mocciana al massimo grado: lui lei l’altra. Simone va a Verona per fare una sorpresa a Claudia. In treno incontra una ragazza conturbante con cui si costruisce un’ottima intesa, ma per evitare tentazioni non si scambiano né nomi né contatti e lei resta «la ragazza di Roma Nord». A Verona Simone scopre che la fidanzata (che lavora a Vinitaly) lo tradisce, si pente di aver lasciato andare la ragazza del treno, quindi va alla stazione di Firenze, dove quella era scesa, e la aspetta. Mette un cartello, diventa un fenomeno virale, la gente si ferma a raccontargli le proprie storie. A questo punto si inseriscono i contributi degli otto autori vincitori del concorso online attivo a partire. Le otto storie vincitrici entreranno in questo «Decamerone in chiave rosa» diventando i racconti che i passanti fanno al protagonista disperato.

Il concorso è aperto a tutti, unici limiti le seimila battute e il termine del 31 ottobre, entro cui caricare i propri testi (possono essere anche più d’uno a testa) nella sezione del sito della casa editrice dedicata all’iniziativa. «Prenderò in considerazione personalmente tutti i contributi – ha spiegato l’autore, che ieri ha presentato il progetto nella redazione della casa editrice – non mi aspetto solo testi narrativi, ma anche di canzoni, aforismi, poesie. Immagino parteciperanno soprattutto ragazzi di 20-25 anni, ragazze più giovani e signore over 50: sono moltissime quelle che tutt’ora mi scrivono, soprattutto dalla Spagna. Mi piacerebbe scoprire nuovi autori, fare scouting». Un vero e proprio «cantiere delle storie», come lo chiama la casa editrice Sem, che ha ideato il progetto con l’autore.

La fortuna di Federico Moccia nasce nel 2004 con Tre metri sopra il cielo. L’autore in realtà aveva già pubblicato il romanzo a proprie spese nel 1992, con la piccola casa editrice Il Ventaglio. Anche in quelle vesti l’opera era diventata un fenomeno di culto tramite il passaparola tra i ragazzi di Roma, che, terminate le 1500 copie della prima tiratura, lo acquistavano sotto forma di fotocopie in una copisteria romana. «Già in quel successo, nato dall’identificazione e dal passaparola, era connaturato il dialogo diretto con i lettori – spiega l’autore –. Ho sempre desiderato instaurare un contatto diretto con i miei lettori e questo progetto è un ottimo modo per conoscerli».

Dopo il successo guadagnato con Tre metri sopra il cielo e relativo film, Moccia non si è fermato un attimo, tra sequel, nuovi romanzi, regie, sceneggiature, e carriera politica (tra il 2012 e 2017 è stato sindaco del comune abruzzese di Rosello). Il suo ultimo romanzo, Tre volte te, del 2017, ha superato le 100mila copie vendute. E chissà che anche la prossima opera, nata da un processo di scrittura collettiva fino ad ora mai tentata da nessun autore italiano, non diventi un altro bestseller, capace come aveva fatto Tre metri sopra il cielo di avvicinare ai libri molti non-lettori. Ma Moccia dà un altro personalissimo consiglio per aumentare il numero di lettori in Italia: «Tutto passa dalle ragazze, loro dovrebbero scegliere i fidanzati in base alle loro letture», scherza. Insomma, per capire se c’è feeling, bisognerebbe chiedere: «Ma tu hai letto Tre metri sopra il cielo?». Un’idea che potrebbe mettere d’accordo sia i fan sia gli hater di Federico Moccia.

 

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