
Malika Ayane
Milano, 2 dicembre 2018 - Si vive solo due volte. La doppia vita artistica di Malika Ayane trova espressione martedì 4 e mercoledì 5 dicembre prossimi agli Arcimboldi e ai Magazzini Generali. Due contesti diversi per due spettacoli diversi, così come l’eroina di “Stracciabudella” sta facendo in giro per l’Italia da più di un mese con questo suo Domino Tour in cui tutto è uno; notte e giorno, piacere e dolore, gioia e tormento. Un esperimento abbozzato ai tempi del Naif Tour e del Naif Club Tour che questo nuovo giro di concerti sviluppa con la complicità di Daniele Di Gregorio (Paolo Conte, Mina, Jovanotti) alla marimba, Carlo Gaudiello al piano, Marco Mariniello al basso, Nico Lippolis alla batteria, Jacopo Bertacco alla chitarra.
Malika, quanto pubblico viene ad ascoltarla in entrambe le situazioni?
«Una buona parte, anche se alcuni ignorano la diversità dei due eventi; dopo l’esperienza teatrale, vengono al club aspettandosi una dimensione Blue Note e rimangono spiazzati dal sentirci ‘pestare’ invece come teppisti».
Un bel trauma.
«Per alcuni, sì. Tutti gli altri, però, sanno cosa aspettarsi. Magari cambiando compagnia. Qualche sera fa, ad esempio, al Verdi di Firenze mi sono trovata davanti un adolescente di undici anni accompagnato dalla cugina che avevo visto la sera prima scatenarsi assieme agli amici sulla pista del Tenax. Chi ha capito bene il gioco che c’è dietro questa tournée, ne coglie tutti gli aspetti… e la cosa mi riempie di gioia».
Lo spettacolo è in crescita?
«Sì. E sono contenta di arrivare a Milano a metà tournée perché più il tour va avanti e più lo show si affina. Passata l’agitazione da prime date, ora il flusso sonoro è un’onda travolgente».
Il pubblico come ha recepito il nuovo album “Domino”?
«Credo che, nell’economia dello spettacolo, ‘Domino’ si presti bene ad introdurre l’ascolto di ciò che ho da dire; ‘Domino’ predispone lo spettatore alla scoperta di certi pezzi del passato che magari conosce poco o ignora, rendendo il rapporto palco-platea vivo e vitale».
La settimana di Sanremo canterà al Lattepiù e al Dis-Play Brixia Forum di Brescia.
«Quest’anno ho un alibi di ferro per restare fuori dal toto-Festival. Riempire i concerti senza la poderosa spinta di una manifestazione come Sanremo è un po’ più faticoso, ma penso che rimanere per una volta lontana dall’Ariston sia coerente col percorso che mi sono data con quest’ultimo album».
Com’è stato duettare “Pollyanna” con Cristina D’Avena nel suo disco di duetti?
«Divertentissima, perché non mi sarei mai immaginata di fare un’esperienza del genere. Da bambina ero fan di quei cartoni e non me ne perdevo uno, anche se trovavo ‘Pollyanna’ abbastanza triste; quindi, pure in questa circostanza, m’è toccata la parte più ‘intellettuale’ del progetto. Fra l’altro Cristina in studio è super-seria, raramente m’è capitato di trovare persone così attente e determinate nel lavorare alle proprie produzioni».
Pure quest’anno ad X-Factor si sono ascoltati concorrenti vicini ai suoi mondi.
«Ho un’impronta molto personale, quindi, più che essere un riferimento, penso di appartenere ad una categoria in cui rientrano le interpreti con voci o timbri particolari».
La “categoria Ayane”.
«Spesso i cantanti vengono valutati col pensiero alla generazione precedente; pure nel mio caso, ad esempio, furono tirate in ballo Ornella Vanoni e Giuni Russo».
Non sarà che è anche brava?
«So fare bene il mio lavoro… questa è la sola certezza che ho».