STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Leonardo, genio imperfetto

Stefano Zuffi, storico dell’arte indipendente, è autore dell'interessante libro 'Leonardo in primo piano'

Il Cenacolo vinciano

Milano, 25 febbraio 2019 - «Leonardo? Un genio...imperfetto». Stefano Zuffi, storico dell’arte indipendente è autore di un interessante libro Leonardo in primo piano (Rizzoli Illustrati) che sarà presentato mercoledì a Santa Giulia (via Bonfaldini 148). Un omaggio al Genio toscano nell’anno del Cinquecentenario della sua morte.

Era pittore, scienziato, esploratore, inventore, ingegnere e tanto altro ancora. Nell’immaginario collettivo quindi assai poco umano...

«Lo so, mette soggezione. Con questo libro ho proprio inteso renderlo più vicino a noi. Perseguiva l’imperfezione e non riteneva mai di aver concluso, di aver portato a perfezione nulla. Proviamo a rovesciare il punto di vista: Leonardo non appare affatto un genio infallibile, ma via via un ragazzo difficile e irrequieto, un uomo pieno di difetti. Non soddisfava mai i suoi committenti innervositi dai ritardi, dalle sue mancate consegne. Nemmeno uno dei molti trattati da lui abbozzati ha infine assunto una forma compiuta e pubblicabile (il cosiddetto Trattato della pittura è una raccolta postuma di appunti, curata dagli allievi), rimanendo allo stato di ammassi confusi di annotazioni; pochissimi dipinti sono stati realizzati in modo definitivo e coerente. E che dire degli esperimenti sulla pittura? Dipingere sul muro con una tecnica alternativa al classico affresco ha avuto talvolta effetti disastrosi... per i dipinti».

Leonardo non sorrideva mai, ci sembra lontano, distaccato...

«Ne abbiamo una percezione sbagliata forse per colpa del suo autoritratto dove appare profeta, matusalemme, barbuto. Invece era un govane bellissimo, forte e stupiva per la sua avvenenza. Dal 1500 in poi tutte le figure che dipinge sorridono. Dalla Gioconda a San Giovanni Battista. Eppoi ci sono altri motivi a sosteno della tesi di Leonardo imperfetto e quindi umano».

Prego.

«Non aveva imparato il latino, aveva studi tecnici non umanistici. Una formazione di tipo pratico, maturata all’interno della bottega del Verrocchio. Come un apprendista, un garzone ha cominciato ad usare i suoi sensi come strumenti scientifici. Questa è una cosa favolosa. Infatti Leonardo diceva che solo l’esperienza dà la certezza, è la madre di ogni certezza. L’esperienza per lui voleva dire toccare con i propri sensi, annunsare, guardare ascoltare, In mancanza di strumenti scientifici ha affinato le sue capacità in modo questo sì, davvero formidabile. Più che il suo quoziente intellettivo la sua grandezza sta nella capacità percettiva veramente fuori dal comune. L’altro aspetto: pensiamo sempre Leonardo nelle città, lo immaginiamo a Milano, a Firenze. In realtà è nato a Vinci e morto in campagna a Close Lucé, in Francia. Aveva una grandissima passione per la natura, era curiosissimo. Vegetariano, amava molto i gatti».

Nel suo libro si racconta il personaggio Leonardo ma si indagano alcuni temi della sua pittura...

«Animali, natura, sorrisi, gli sguardi, i gesti , l’anatomia. All’interno dei vari temi cerco delle linee interpretative, offro un filone di letura. Ho anche utilizzato dove ho potuto, anche le parole di Leonardo, frasi illuminanti che ho disseminato nel libro».

L’attualità di Leonardo?

«Per me sta nel suo voler capire di persona, nel non fidarsi di notizie riportate, del sentito dire. Sperimentare conoscere, non accontentarsi mai e soprattutto essere sempre presente alla vita. E poi la centralità della natura. Considerare tutta la terra, tutto il nostro pianeta, il nostro universo come un grande organismo vivente. La necessità di custodire, amare la terra. come si farebbe con una persona cara. Lui si sentiva parte integrante di un universale respiro, come diceva “di questa nostra terrestre macchina“ Oggi noi dobbiamo ripartire da qui».