Un filare di piccole sedie dorate e illuminate si allunga nel cortile della Fondazione Rovati per inerpicarsi sul muro perimetrale del palazzo e fare capolino, dal tetto, su Corso Venezia. È “Allegra Processione”, l’installazione realizzata da Giancarlo Neri e che rischiarerà le fredde sere dal 6 dicembre al 12 gennaio. L’artista, che aveva riscosso grande successo già l’anno scorso con “Albero orizzontale”, una distesa di palline colorate e luminose, si misura ancora una volta con le decorazioni natalizie."Le più pericolose", come le definiva già allora.
Le sembrano meno insidiose ora che ci ha preso la mano? Come ha reagito quando l’hanno chiamata la seconda volta?
"Ho reagito con piacere, perché è un’attestazione di fiducia da parte della Fondazione. Ma anche con preoccupazione, perché rimane il tema, sempre insidioso, della decorazione natalizia. Così ho realizzato un’opera che fosse luminosa ma non troppo festiva, sperando che nessuno se ne accorgesse. Certo, l’ho ammesso pubblicamente, i committenti lo sanno".
In cosa consiste il pericolo del Natale?
"Direi che è duplice. Da una parte, se l’artista cerca di fare qualcosa di innovativo o diverso dal solito, lo accusano di ostentata originalità. Se invece resta nel solco della tradizione, gli danno del banale. Una terza via non è facile da trovare. E pensi che, in passato, ho rifiutato di creare istallazioni di questo tipo...".
Le sedie in plastica da esterno rievocano l’estate e i giochi dei bimbi: perché le ha scelte?
"Ho già usato le sedie in diversi miei lavori. Ma qui le ho riproposte perché volevo dare l’idea di una processione gioiosa, disordinata. In più, le sedie piccole mi danno la possibilità di giocare sull’illusione di uno spazio che si amplifica. Ne ho potute utilizzare molte di più di quanto mi sarebbe stato possibile con quelle grandi, riuscendo così a disseminare il giardino di luci.E poi l’istallazione ricorda girotondi, file indiane, trenini e altri giochi dei bambini. Suggerisce una sensazione di movimento: la fila è di passaggio nel giardino, ma non si ferma qui".
Ha studiato pittura e scultura negli States, ma pochi sanno che lei arrivò lì da calciatore.
"Sì, arrivai negli Usa perché ero calciatore professionista e, con la mia ragazza di allora, decisi di trasferirmi a New York. Lei voleva studiare recitazione, io proseguire la mia carriera sportiva. Fui ingaggiato da una squadra locale, ma le cose non andarono benissimo. Diciamo che il mio avvicinamento all’arte avvenne per un concorso di cause: avevo già grande passione per il disegno e incontrai una persona che mi consigliò di frequentare una scuola d’arte. Il primo giorno lì mi resi conto che quello era il mio posto. La mia carriera vera e propria è iniziata in una galleria newyorchese, prima come assistente. Fin quando non sono diventato io stesso uno degli artisti esposti. Solo dopo ho iniziato con le istallazioni all’aperto, la mia grande passione". L’accesso alla Fondazione per visitare “Allegra processione” è libero: da mercoledì a domenica, 10-20.