Milano, 9 febbraio 2024 – Film horror, atmosfere esotiche, sonorità funk e jazz, immaginario anni ‘70. Entriamo nel mondo di Larry Manteca (aka Alessandro Paiola), compositore e musicista milanese, fresco della ristampa di Zombie Mandingo, il lavoro d’esordio risalente al 2013. L’edizione su vinile è uscita per l’etichetta romana Four Flies.
Chi è Larry Manteca? E come nasce l’idea di Zombie Mandingo?
“Larry Manteca è il mio alter ego, tenuto a battesimo per disegnare un immaginario musicale cinematografico anni ‘70. Dal 2010 circa pubblico su Youtube varie fake soundtrack (finte colonne sonore, ndr), composte soprattutto come ideale accompagnamento di pellicole sexploitation e horror. Inizialmente mi sono concentrato sulla realizzazione di singoli brani. Successivamente mi è venuta voglia di concretizzare il progetto producendo un disco di ampio respiro. In quel periodo stavo riguardando molti film di Lucio Fulci, George Romero e Ruggero Deodato (popolari registi di b-movie horror). Mi è venuto spontaneo ispirare a queste tematiche il mio primo lavoro destinato alla pubblicazione: isole sperdute, zombie, riti voodoo e tante donne procaci.
Io e il mio socio Riccardo Danieli abbiamo suonato e registrato l'intero disco. Da allora collaboriamo in sinergia sui brani, mossi in particolare dalla nostra forte passione per il cinema nel suo complesso”.
In Zombie Mandingo cosa è stato concepito prima: il soggetto del film immaginario o lo scheletro dei brani che ne compongono la colonna sonora?
"Ho immaginato un’ipotetica trama e i suoi possibili snodi musicali, proprio come se vedessi davanti a me le scene. Da qui è partita la scrittura dell’album Zombie Mandingo. I classici titoli di testa, la scena d'amore, la fuga, lo scontro fra protagonisti: sono tutti elementi presenti nei film di genere che scatenano la mia immaginazione musicale.
Lavoro come cameraman e montatore video, spesso compongono musiche per documentari: l’esperienza accumulata negli anni mi dà una grossa mano nel momento in cui mi dedico alle finte colonne sonore. Un’altra fonte di ispirazione per la scrittura sono le maratone di film simili a quello su cui sto lavorando, opere già viste ma anche lungometraggi che non conoscevo. Queste lunghe sessioni mi servono per idealizzare il disco e il film di cui mi sto occupando”.
Se dovesse registrare oggi Zombie Mandingo, a dieci anni dalla sua prima uscita, cambierebbe qualcosa?
"Col senno di poi, forse, aggiungerei una bella sezione fiati. In generale, però, sono convinto che farei le stesse scelte musicali anche perché il disco è frutto di uno scrupoloso studio sui generi. Mancava un suono più a fuoco, dato che i brani, all’origine, sono stati registrati in uno studio casalingo. Questa operazione di rimasterizzazione condotta per l’edizione uscita su Four Flies ha offerto una veste nuova ai nostri pezzi, donando loro un suono più nitido e corposo. Il disco in vinile è una selezione dei brani inseriti in due uscite digitali – Zombie Mandingo 1 e Zombie Mandingo 2 – che garantiscono completezza all’ascolto”.
Come mai ha deciso di concentrarti su un sottogenere particolare come le colonne sonore di finti film?
"Ho una grande passione per le colonne sonore originali e la library music, italiana e straniera. Anche per questo unire universi sonori e cinematografici è sempre stata una mia aspirazione. Devo ringraziare i miei genitori per avermi dato una formazione musicale varia e ricca, indirizzandomi a spaziare dal jazz al folk, passando dalla sperimentazione fino alla musica etnica.
Il progetto Larry Manteca è nato proprio grazie a questo impasto di ascolti così come qualsiasi mia scelta musicale; rock, funk o jazz, pesca a piene mani da un sound e da un immaginario tipici degli anni ‘70. La scelta di dedicarmi alle ‘colonne sonore di finti film’ è un risultato abbastanza naturale della combinazione di questi elementi”.
Che ruolo ha nel suo progetto la dimensione live?
“Importantissimo. Dalla nascita del progetto a oggi abbiamo avuto la fortuna di calcare diversi palchi dal nord al centro Italia anche se, dopo la pandemia, senza un'agenzia di booking alle spalle, muoversi per suonare è diventato sempre più difficile. Abbiamo cambiato diverse formazioni dalle origini a oggi, ma il nucleo fondativo rimane lo stesso.
Nelle esibizioni dal vivo spesso utilizziamo clip video, realizzati da me e proiettati mentre suoniamo, così da concedere una dimensione ancora più cinematografica al progetto”.
Cosa distingue le sue produzioni da quelle di artisti contemporanei che si muovono nel suo stesso campo, penso in primis ai Calibro 35 ma anche alla Batteria e tanti altri?
"Sono gruppi che stimo, molto bravi e forse con qualche anno in più di attività di noi. Anche grazie a loro questo ‘genere’ ha riacquistato una certa rilevanza nel panorama musicale italiano, fatto di cui non posso che essere felice.
Penso che la differenza fra noi e loro stia nel fatto che Calibro 35 e La Batteria, per rimanere ai due gruppi citati, valorizzano in modo eccellente autori e sonorità tipiche di un universo cinematografico nostrano, mentre con il progetto Larry Manteca cerchiamo di inserire nei nostri lavori elementi etnici per dare un respiro diverso. L’obiettivo è far viaggiare chi ci ascolta in terre lontane e misteriose".
A quali altri progetti sta lavorando?
“Abbiamo in cantiere molti progetti, sempre legati alle colonne sonore del cinema di genere anni ‘70 come. Probabilmente ci indirizzeremo su qualcosa di più ‘italiano’, come si direbbe nella serie Boris, ovvero la commedia sexy.
Ci indica un regista e un attore o attrice, non necessariamente viventi, che vedrebbe bene in uno Zombie Mandingo approdato al cinema?
"Senza dubbio alcuno affiderei la regia a Robert Rodriguez, mentre come protagonista femminile sceglierei Lorenza Izzo, l’attrice cilena vista anche in C’era una volta a...Hollywood di Quentin Tarantino".