Harlan Coben, 75 milioni di libri venduti nel mondo: "Col noir indago il male in famiglia"

L'autore di "Fuga" e "The Stranger" premiato a Milano con il Chandler Award: sogno una serie Netflix ambientata in Italia

Harlan Coben

Harlan Coben

Milano, 6 dicembre 2022 - Sogna una serie Netflix da ambientare proprio in Italia. Ma la prossima uscita su schermo, anteprima assoluta, sarà il riadattamento del romanzo “Fool me once” che verrà pubblicato da Longanesi a inizio 2023. Harlan Coben è un autore da record con oltre 30 titoli all’attivo, 75 milioni di libri venduti in tutto il mondo e tradotti in più di 45 lingue. In Italia “Fuga” e “The Stranger”, editi sempre da Longanesi, hanno confermato il successo di pubblico. Amatissimo anche da cinema e tv dai suoi romanzi gialli e thriller sono stati prodotti 14 tra film e serie: Safe, The stranger, Stay Close, Hold tight, The Innocent, solo per citarne alcuni. Lo scrittore statunitense, classe 1962, maestro del domestic thriller, ieri sera nell’Ambito della XXXII edizione del “Noir in Festival” di Milano ha ricevuto il premio alla carriera, il prestigioso Raymond Chandler Award.

Cosa prova ad avere tra le mani “il doblone Brasher”, ricordando uno degli iconici personaggi di Chandler, l’ispettore Marlowe? "E’ un onore grandissimo. Quando si inizia a scrivere, si hanno tanti obiettivi e tanti sogni, ma non avrei mai pensato di poter arrivare a ricevere questo premio. E’ qualcosa che mi commuove e che mi colpisce. Scrivere è portare il proprio pezzo di mondo a molte persone. Ed è per me sempre emozionante. L’unica cosa che non mi piace è che questo è un premio alla carriera e io mi sento ancora troppo giovane".

Le sue sono storie di crimini senza poliziotti e senza ladri in cui il dramma si consuma nel quotidiano e dunque è ancora più terribile e spietato, in cui si rompe un equilibrio domestico. Che legame c’è con la cronaca? "Se il noir sia o meno “il termometro infallibile del nostro tempo” non lo so dire. Penso però che il noir sia una scrittura molto rilevante per il nostro presente. A me piace scrivere storie di persone normali, i miei personaggi non sono dei supereroi della Marvel, sono persone comuni con cui è facile entrare in relazione, immedesimarsi. Mi piace anche esplorare le dinamiche familiari. Ognuno di noi ha una famiglia, in questi casi il dramma è amplificato. Se io chiedessi a chiunque “Uccideresti qualcuno?”, la risposta sarebbe “No”, se chiedessi “Uccideresti qualcuno per tuo figlio?”, mi sentirei dire un “Sì”. Ecco, io voglio andare a fondo a questa dinamica, capire dove può spingersi l’essere umano".

Ha mai pensato di ambientare uno dei suoi lavori in Italia? "Spero di poter lavorare presto piuttosto che a romanzo ambientato in Italia, a una serie Netflix che parli dell’Italia. L’ho già fatto per Spagna, Regno Unito, Polonia e Francia".

Che lavoro sta dietro la trasposizione su schermo di un romanzo come “The Stranger”? Le è piaciuto vedere poi il prodotto da spettatore? "Sono produttore delle mie serie e molto coinvolto nel lavoro. Per “The Stranger” mi sono divertito e sono rimasto anche soddisfatto del risultato e del successo che ha riscosso sia come libro che come serie. Nel processo creativo non tutto va sempre come ti aspetti, ma il lavoro è proprio quello di tendere sempre al meglio".

Qualche anticipazione sul nuovo romanzo “Fool me once”? "L’idea mi è venuta sapendo che dei miei amici avevano installato in casa una telecamera per osservare la baby sitter di loro figlio. La storia parla di una madre single, già soldatessa in Iraq, che fa lo stesso. Un giorno nelle immagini registrate si accorge che l’uomo che sta giocando con il suo bambino è il marito che però era stato assassinato anni prima..." .

 

 

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