I disoccupati sono più sexy a teatro: 'The Full Monty' va in scena ad Assago

Paolo Conticini: "Argomenti scottanti e strip col sorriso sulle labbra"

Musical 'The Full Monty'

Musical 'The Full Monty'

Milano, 13 ottobre 2019 - Signore in alto i cuori, tornano a teatro gli “squattrinati organizzati” di The Full Monty , i sei disoccupati più sexy del cinema inglese trasformati dagli eventi della vita in spogliarellisti di successo. Un musical nato sui trionfi del film di Peter Cattaneo, 258 milioni di dollari al botteghino, che il regista Massimo Romeo Piparo riporta sulle scene con Paolo Conticini, Luca Ward, Gianni Fantoni, Jonis Bascir e Nicolas Vaporidis nei panni che furono di Robert Carlyle e compagni. Tutto con una colonna sonora da Oscar eseguita dal vivo dal quintetto alle dipendenze del tastierista Emanuele Friello in scena ad Assago dal 24 ottobre al 17 novembre, The Full Monty è in cartellone pure al Morato di Brescia il 19 e 20 novembre al Ponchielli di Cremona il 31 dicembre e 1 gennaio, all’Openjobmetis di Varese l’1 e 2 febbraio. «Ho detto di sì per una serie di motivi» spiega Conticini. «Innanzitutto perché con Piparo venivamo dall’enorme successo di ‘Mamma mia!’ e quindi, nel momento in cui mi ha proposto di riunire in questo nuovo progetto più o meno lo stesso cast, ho subito pensato che l’idea avrebbe potuto essere vincente, visto che al cinema il film di Cattaneo mi era piaciuto tantissimo».

Che differenza c’è tra le due esperienze? «Beh ‘Mamma mia!’ è uno spettacolo in cui trionfano l’allegria, la musica, i colori, la positività, i buoni propositi, mentre qua ci sono i problemi che ti può mettere davanti la vita di tutti i giorni; argomenti sociali scottanti come la disoccupazione, la diversità, l’affidamento dei figli, anche se trattati con lievità, per riflettere anche se col sorriso sulle labbra».

Imbarazzati dalla scena di nudo? «Quando il regista ci ha detto che, come nel film, avremmo dovuto spogliarci, c’è stato un attimo di silenzio. Un conto è il cinema, infatti, e un altro il teatro. Poi però, in prova, ha cominciato a serpeggiare quasi il gusto di arrivare a quello strip finale. Niente di scabroso, sia chiaro, solo una cosa divertente resa abbastanza innocua dal gioco di luci ed ombre».

Fantoni è l’unico superstite dell’edizione del 2013 con Paolo Calabresi, Sergio Muniz e Paolo Ruffini. «Già, ma scenografia e allestimento sono completamente diversi, pure l’adattamento di dialoghi».

Nell’Italia di oggi una storia del genere, se non vera, potrebbe essere almeno verosimile? «Perché no. Chi è senza lavoro, con un po’ di fantasia, può cercare di arrabattarsi come fanno i protagonisti di questo musical. Se non lo stripman, di mestieri bizzarri se ne possono trovare».

Qual è la carta vincente di una vicenda come quella raccontata da “Full Monty”, che ha segnato un solco seguito poi al cinema e a teatro da “Calendar girls”, il musical sulle casalinghe che diventano pin-up? «L’assoluta normalità dei cinque personaggi. Come diciamo sulla scena, noi siamo quelli di tutti i giorni, quelli con cui ti puoi ritrovare sul divano la sera a parlare, ridere, scherzare. Il vicino di casa che dall’oggi al domani cambia vita… e vince».

Dopo il disoccupato-spogliarellista Giorgio Lucariello, che ruolo le piacerebbe interpretare? «Un musical che sognavo di fare e poi ho fatto è stato ‘Vacanze romane’ di Garinei e Giovannini. Un altro potrebbe essere ‘Moulin Rouge’, con la sua storia, le sue luci, i suoi colori. Un sogno bellissimo formato Baz Luhrmann». Guarda caso “Moulin Rouge” è da anni pure in cima alla lista dei desiderata di Piparo.

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