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Cultura e Spettacoli

L’Euphonia di Eugenio Finardi: “La mia musica controcorrente è sempre ribelle”

Il cantautore salirà sul palco del teatro Trivulzio di Melzo con la suite musicale eseguita insieme a Mirko Signorile al pianoforte e Raffaele Casarano al sax

Un primo piano di Eugenio Finardi

Un primo piano di Eugenio Finardi

Melzo, 15 novembre 2023 – “La mia musica oggi? Controcorrente. E quindi, a modo suo, ancora ribelle". Approda il prossimo 24 novembre (alle 21, per informazioni https://www.teatrotrivulzio.it) sul palco del Teatro Trivulzio di Melzo "Euphonia", la suite musicale firmata da Eugenio Finardi, con Mirko Signorile al pianoforte e Raffaele Casarano al sax.

Serata di musica e canzoni senza interruzione, all’insegna del flusso sonoro, della sperimentazione, di viaggio fra generi e tonalità, di memoria, emozione e improvvisazione: "Al pubblico vogliamo regalare un’esperienza di trascendenza. Euphonia è una musica che cura. Che fa bene".

Un tour di successo, già portato in numerosi teatri italiani. A Finardi, "autore e cantante mai statico, sempre alla ricerca di nuove forme" poche settimane fa è andato anche il Premio Tenco 2023.

Parliamo di Euphonia: come nasce?

"Durante il lockdown, così, da me e da questi due straordinari musicisti e amici. L’idea non di un semplice concerto, ma di un percorso, di un’esperienza nuova. È diventata una gran cosa, un format. In un anno e mezzo abbiamo fatto almeno sessanta serate. E nessuna è uguale a un’altra. Euphonia è un viaggio, un collante, il flusso musicale lega la sequenza di brani, li trasforma, li fonde nel mistero dell’ ‘enarmonia’. Ovvero la capacità delle note di cambiare senso e funzione a seconda della tonalità".

Il repertorio?

"Assolutamente vario, e in continuo, incessante ‘aggiornamento’: Battiato, Fossati, Dalla, Jannacci. I miei brani del passato. Si passa dall’Armando a Extraterrestre, senza il quale non ci lasciano tornare a casa, a Patrizia. Ma c’è poco di precostituito. E così, seguendo il flusso, può partire un arrangiamento barocco, può saltar fuori Tu vuo’ fà l’americano, possono comparire suggestioni classiche e d’opera. Accade un po’ di tutto".

Dov’è la rabbia dei suoi anni d’oro?

"Beh, c’è sempre. Ma è cambiato qualche cosa che ha a che fare con la speranza. La mia generazione, lo dico con un po’ di tristezza, è stata l’ultima a sognare un futuro. A immaginare qualche cosa di straordinario. Oggi sognare il futuro con ottimismo è un po’ più difficile. Io dico salviamo la musica e le parole. Lasciamo perdere le risse in tv. Trascendiamo".

Il pubblico giovane?

"I giovani sono giovani, vivono il loro tempo, hanno la loro musica, i loro ritrovi così diversi dai nostri, i loro idoli. Io guardo a loro con interesse. Ma siamo mondi diversi, ed è normale e giusto che sia così. Qualche volta però mia figlia mi ha detto che qualche suo amico ascolta le mie canzoni del passato. Per ‘caricarsi’ quando studia. Molti vengono comunque in teatro".

I prossimi passi di Euphonia?

"Al sud. Il tour a dicembre approda in Calabria, in Puglia e Sicilia, in tanti splendidi teatri. Noi intanto pensiamo a un Euphonia 2, naturale evoluzione di questa prima esperienza".