Coro degli Stonati, il maestro Tramontin: "Per cantare non serve una gran voce"

Dirige 300 coristi, cioè tutti i partecipanti del corso di canto per “Stonati”: condividiamo la gioia della musica

Il Coro degli Stonati diretto dal maestro Maria Teresa Tramontin

Il Coro degli Stonati diretto dal maestro Maria Teresa Tramontin

Chi ha detto che il canto corale è il solo per pochi eletti dalla voce d’usignolo, anzi. Cantare è una gioia proprio per tutti, lo conferma il “Coro degli Stonati“, gruppo vocale dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Domani e domenica all’Auditorium di Largo Mahler, alle 20, oltre 300 coristi, cioè tutti i partecipanti del corso di canto per “Stonati”, saranno in concerto sotto la guida e la preparazione del maestro Maria Teresa Tramontin che racconta: "Ci siamo trovati e ritrovati dopo le interruzioni dovute alla pandemia; la voglia di cantare come sempre prevale e adesso siamo qui". Sono aperte le audizioni alle formazioni Corali e Orchestrali Giovanili dell’Orchestra Sinfonica di Milano (www.sinfonicadimilano.org).

Bentornati, come avete scelto il programma?

"La didattica domina le scelte: ci sono brani conosciuti, anche importanti, come uno tratto dai Carmina Burana arrangiato a due voci separate e non sovrapposte, serve per far capire il legato a chi inizia. I veterani si esibiranno nei cori lirici da Verdi, Donizetti, Rossini, Mozart".

Chi si può iscrivere al vostro corso?

"Non esiste una tipologia degli iscritti. Abbiamo varie età, professioni, tutti quelli che desiderano avere un riscatto sulla loro voce. Persone che hanno voglia di esprimersi con il loro strumento più potente e poi i tanti che non hanno mai potuto cantare perché reputati stonati oppure intonati con un trascorso di tale timidezza da non aver mai cantato con altri. Ognuno si reputa stonato a modo suo, sono io a decidere e a indirizzarlo. Il nostro allievo più giovane ha meno di 30 anni, il più anziano si avvia verso i 90 e non manca mai una prova, ho tanti ottantenni come tanti cinquantenni".

Secondo lei, esistono persone con la “brutta voce”?

"Sì, ma la voce può essere educata con un percorso d’impegno e pazienza, uno stonato non può pensare di diventare intonato in un anno. E poi cosa significa bella o brutta voce? Lucio Battisti non aveva quella che si direbbe “una bella voce” eppure è diventato uno dei cantanti più amati. La voce deve saper esprimere sentimenti se riesce a farlo è bella".

Come “educare“ la voce?

"Con l’ascolto, oggi non si è più abituati ad ascoltare gli altri; per cantare non basta aprire la bocca ed emettere suoni bisogna fare attenzione a tutto ciò che c’è attorno. La tecnica vocale insegna anche a come porre la voce, modularla, dobbiamo imparare a respirare, ad avere la postura giusta, ci sono tanti piccoli elementi per avere una voce corretta".

Nel mondo del teatro si dice che molte persone non conoscono la loro vera voce. Condivide?

"Nessuno si sofferma mai sulla propria voce, molti si rassegnano dicendo: “Tanto ho una brutta voce e non la posso cambiare”. Invece, è importante conoscere com’è costruito il nostro apparato vocale, le mie prime lezioni che faccio ai cantanti sono di anatomia, poi di canto. Tutti dovrebbero avere l’opportunità di cantare in un coro, è un piccolo villaggio ci si conosce, si diventa amici e si condivide la gioia della musica".

 

 

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