
I "Caso Sociale"
milano, 4 giugno 2015 - Caso Siociale. Artistico e umano. Il lato b(uono) della scena indipendente. Anche se non vi fanno impazzire, lo Stato Sociale è una delle poche piattaforme credibili di una musica alternativa e impegnata. Politica, si diceva una volta. Stasera al Carroponte presentano “L’Italia Peggiore” e, suppongo, brani da “Amori ai tempi dell’Ikea”, del teatro canzone di Tronisti (Turisti) della democrazia. La loro esistenza giustifica qualche decennio di Dams e scena bolognese, Radiocittà e Garrincha Records, le Targhe del Mei, la professione di DJ. Alberto Cazzola, Lodovico Guenzi e Alberto Guidetti, Enrico Roberto e Francesco Draicchio sono simpatici e svegli, politicamente nuovi e antichi. Ma hanno un garbo rivoluzionario che apprezzo. Anche deluxe.
Autoironici (C’eravamo tanto sbagliati), discutibili (collaborazioni con Piotta), condivisibili (con Offlaga Disco Pax), sold out nei tour (13 date esaurite). “Questo è un grande paese” non è da voltagabbana, il Primo Maggio non è un’incoronazione sindacale. Londra, Amsterdam, Bruxelles li ospitano con piacere, come Rock in Roma con Caparezza e Sziget Festival. Dal Carroponte parte l’ultimo tour prima della produzione del nuovo album. Titoli iconici: “Piccoli incendiari non crescono”, “Forse più tardi un mango adesso”, “Te per canzone una scritto ho” “Io, te e Carlo Marx”, “In due è amore in tre è una festa”, “Linea 30”: la strage di Bologna, con gli occhi del babbo di Bebo.
Marco Mangiarotti