GIAN MARCO WALCH
Cultura e Spettacoli

La nuova “casa” di Tex e Dylan Dog: "Scommettiamo sulla speranza"

Bonelli ha aperto 12 vetrine in via Coni Zugna. Masiero: sentivamo il bisogno di grandi sfide

Ristampe, nuove opere e un grande negozio per Bonelli

Milano -  Una delle più amate fabbriche dei sogni milanesi ha un nuovo indirizzo: viale Coni Zugna. Una lunga strada residenziale, che allinea boutique e pasticcerie anche loro in lotta, purtroppo, con il coronavirus. E che da pochi giorni si è arricchita di inattesi squarci esotici: mesas abitate da Hopi e Navajo in coabitazioni non sempre pacifiche, foreste che si alternano a insidiosi tratti paludosi. Per ammirarle, o almeno immaginarle, basta affacciarsi alle otto vetrine del nuovo Bonelli Store: dietro quei vetri abitano Tex Willer, il magnifico quarantenne che nessuna pandemia potrà mai neppure infiacchire, Zagor, lo “Spirito con la scure” che deve il suo nome a quella Z iniziale acuminata come un fulmine, Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo che lì, nelle vicinanze del Parco Solari, non sente la nostalgia della sua casa londinese di Craven Road. Già, perché in viale Coni Zugna si è aperto il paradiso a strisce, anche a stelle, della storica casa editrice che pubblica le saghe di quei mitici eroi, e di un nugolo di altri personaggi.

Michele Masiero, da direttore editoriale della Sergio Bonelli, in cui sei entrato trent’anni fa, come sceneggiatore, sei l’uomo adatto per raccontarci il perché di un trasloco.

"Colpa, o merito, chissà, della chiusura del Megastore Mondadori di via Marghera. Dove avevamo un super-spazio che dal 2017 accoglieva schiere di lettori appassionati e organizzava affollate presentazioni e incontri con autori. Un ‘corner’ che aveva riscontrato un successo crescente. Sì, sentivamo già l’esigenza di una location tutta nostra. E la chiusura di dicembre ci ha costretti a fare, come suol dirsi, di necessità virtù".

Un segno innegabile di speranza l’apertura di un così ampio Bonelli Store, in questi tempi tanto duri. "Sì, una scommessa che profuma di speranza. Sentivamo il bisogno di grandi sfide. Il 2020 è stato anche per noi un anno di gravi problemi. Li abbiamo superati grazie alla presenza capillare delle edicole. Ma una libreria è necessaria come punto d’aggregazione".

Come va la Bonelli? "Bene, onestamente. Bene. Ormai andiamo bene da ottant’anni".

Già qualche decennio fa il mercato dei fumetti ve lo dividevate in tre: voi, Disney e l’universo dei manga. È ancora così? Magari si sono aggiunti due giganti editoriali come Feltrinelli e Mondadori... "Sì, non è cambiato molto. Possiamo ricordare il fiorire delle ‘graphic novel’, che affollano soprattutto le librerie".

E voi, vostre novità? "Anche noi: ristampe e nuove opere".

Le Storie? "Un mese fa è uscito il numero 100 delle Storie. Un traguardo non da poco per una serie antologica nata nell’ottobre del 2012. Un albo con cui ufficialmente la testata ha chiuso. In realtà ripartirà alla grande, anche con chicche poco conosciute. Unica costante: l’attenzione professionale e la passione creativa. Ci lanceremo su altri media. Sulle reti Rai. Ma anche con effetti speciali su film. Film veri".