
Bluey Maunick e gli Incognito
I quarantaquattro anni di musica che si porta sulle spalle Jean Paul “Bluey” Maunick non sembra proprio sentirli. E stasera torna al Cortile delle Armi di Castello Sforzesco con i suoi Incognito per riannodare i fili di un’avventura dell’acid-jazz avviata nell’81 e deflagrata in tutte le radio una decina di anni dopo grazie alla versione riveduta e corretta della “Don’t you worry about a thing” di Stevie Wonder. Innumerevoli le formazioni avvicendatesi negli anni attorno ad un unico elemento catalizzante. Lui.
Bluey, cosa le manca degli inizi?
"L’innocenza. La gioia di raggiungere punti di riferimento per la prima volta… ma la ‘fame’ c’è ancora. Quando finisce è ora di smettere".
Ha festeggiato sia i 30 che i 35 anni di carriera con dischi dal vivo, non 40. Perché?
"Avevo intenzione di farlo nel 2020, ma sappiamo tutti cosa è successo. Ricordo che stavamo suonando proprio a Milano quando ho sentito per la prima volta la parola Covid".
Milano rimane una delle sue “case” preferite.
"Gli Incognito hanno un’amicizia ricca e duratura con i milanesi, che sono ormai come una famiglia per noi. E dove c’è famiglia, c’è casa. Non vediamo l’ora di tornare al Castello Sforzesco, abbiamo ottimi ricordi del concerto del 2019".
Il pubblico è lo stesso ovunque o cambia?
"Cambia in tutto il mondo. Le città sono città, ma le persone e la loro storia, così come la passione per la cultura e l’arte musicale sono diverse di posto in posto. Sempre questione d’amore, però".
Ha collaborato con molti artisti, quale ha lasciato il segno più profondo?
"Chaka Khan. È stata un poster sulla parete della mia cameretta da adolescente, nella mia testa a vent’anni, nella mia musica a trenta, nella mia vita a quaranta e cinquanta e ora, a 66 anni, nel mio cuore e nella mia anima per sempre".
A proposito di collaborazioni, fra le sue ci pure quelle con Mario Biondi, Roberta Gentile e altri artisti italiani. Che rapporto hai con loro?
"Entrambi sono famiglia per me, due artisti di grande talento che hanno arricchito la mia esistenza".