Drink, profumi e sogni: "Pochi ingredienti, cerco di educare al gusto"

I segreti di Oscar Quagliarini, bartender "anarchico del gusto"

Oscar Quagliarini

Oscar Quagliarini

Milano, 1 agosto 2019 - Sognava di fare l’artista e un po’ a modo suo, lo è. E al classico posto in banca, al «posto fisso», desiderato dal padre che l’ha voluto ragioniere, ha preferito una vita più avventurosa, di viaggi e...di assaggi. Già perchè Oscar Quagliarini, 42 anni, è il bartender del momento anche se lui non si ritrova in questa definizione e si considera «piuttosto un outsider, un anarchico del gusto», insomma uno che non piace molto nemmeno alle multinazionali degli spirits. Perchè fa sempre di testa sua. Ed è anche uno che è stato capace di inseguire i suoi sogni, iniziando come barista a Cassano D’Adda per poi lavorare per Juleps, Lacerba, Pravda. E di seguire il cuore. Per suo figlio, il piccolo Leon che aveva bisogno di cure particolari e di uno stile di vita più tranquillo, si è trasferito a Senigallia. «Faccio il pendolare, adesso sto raccogliendo i frutti dopo tanti anni di gavetta a Milano», racconta Oscar che ha firmato la nuova lista drink all’Emporium bar di Rinascente ed è di casa all’Erbarium bar Hotel National Des Arts et Metiers, a Parigi.

Qual è il segreto dei suoi cocktail?

«Ho viaggiato tantissimo, Thailandia, India, Madagascar, e ogni volta tornavo carico di spezie, sali particolari, aromi. Tutto ciò si trasformava in sapori inediti. Combinazione ed equilibrio. Cerco di evitare il copia e incolla, odio inseguire le mode. Difficile a Milano. Lavoro con pochi ingrendienti e spezie, sto molto basso con il grado alcolico, voglio che i consumatori riconoscano sapori ed odori, riescano a apprezzarli. A Parigi i clienti possono prima anche sentire il profumo del cocktail e poi scegliere».

Si è anche appassionato all’arte della profumeria...è un mezzo “naso“

«Dopo anni di studi posso dire che riconosco fino a 250 odori. I veri nasi, per dirle, arrivano sino a 3 mila odori».

Milano che odore ha?

«Puzza! Scherzi a parte se dovessi creare un profumo Milano, e ci sto riflettendo, penserei all’odore delle prime piogge primaverili a contatto con l’asfalto, alla tela, alla carta, all’odore di inchiostro mescolato all’incenso delle sue chiese».

Ha preparato drink per personaggi famosi?

«Si. Da Francis Ford Coppola a Skin, pseudonimo di Deborah Anne Dyer, una cantante inglese leader della band londinese Skunk Anansie. Per i Gus Gus, gruppo islandese di musica elettronica. E anche per Biagio Antonacci. A Biagio è piaciuto molto un drink digestivo stile old fashion, ma con una base di acquavite Fumo ed uno sciroppo fatto in casa a base di legno di sandalo. Così mi ha chiesto il numero di telefono e la settimana dopo mi ha chiamato un hotel di lusso di Milano dove lui andava spesso per un incontro ed una proposta di lavoro...».

Progetti per il futuro?

«Sto lavorando alla carta invernale dei drink in Rinascente. Saranno incentrati sulla via del the, che adoro, sciroppi, gin e cordiali. Ogni drink ha una storia che racconto, così come ho fatto a Parigi e anche a Tel Aviv in una boutique hotel. Nel mio laboratorio di Senigallia sto lavorando ad un collezione di tre liquori, la prima a firma Oscar Quagliarini: un liquore Ylang numero 0, Sanctum numero 1 a base di incenso e gelsomino, e Tubterrosa a base di tuberosa, vaniglia e mela e cannella invecchiati in una pentola a pressione coreana. A settembre esce anche Orange, il primo vermuth arancione, sarà un millesimato».

Come sceglie spezie ed essenze?

«Da produttori certificati, ho la licenza della dogana per produrre liquori, devo essere rigorossissimo».

Cosa beve Oscar Quagliarini?

«Solitamente non i drink. Bevo orange wine e vini naturali. Il locale dove è più facile incontrarmi è il Pinch, in Ripa di Porta Ticinese».

Passioni?

«I tatuaggi. Leggere. E scrivere. Ho pubblicato diversi libri».

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