DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Il maschio è inutile, parola nostra: il nuovo show della Banda Osiris all'Elfo

"Il maschio inutile", da giovedì a domenica in Sala Shakespeare

Banda Osirs

Milano, 5 aprile 2017 - Ciao maschio. Così intitolava qualche anno fa Ferreri (in realtà era il 1978). Un piccolo capolavoro con Depardieu e Mastroianni. Ma ora, nel terzo millennio, la Banda Osiris va perfino oltre: ecco «Il maschio inutile», nuovo spettacolo da domani a domenica in Sala Shakespeare dell’Elfo Puccini. Consueto viaggio fra musica e teatro per l’ensemble formato da Gianluigi e Roberto Carlone, Sandro Berti e Giancarlo Macrì. Che qui si fanno però affiancare dal filosofo Telmo Pievani e dall’autore radio-tv Federico Taddia, per raccontare la sostanziale marginalità del maschio in natura. Analisi spietata. E il bello è che si ride pure.

Macrì, dunque come ne escono questi maschi?

«Malissimo. Anche se nel finale si abbozza un barlume di utilità. C’è speranza».

Siamo davvero da buttar via?

«È una questione scientifica, di evoluzione. Nel mondo animale il maschio non ha tutta questa importanza. In alcune specie le femmine decidono autonomamente perfino il sesso della loro prole. Oppure, per fare un esempio, le “albatre” delle Hawaii vivono fra loro in una comunità lesbica, i maschi servono solo per fecondare. Le piace la Coda di Rospo?».

Moltissimo.

«Ecco, allora forse non dovrei dirglielo. Ma le femmine sono molto più grandi e in pratica attirano a sé una dozzina di maschi alla volta, che rimangono come impigliati. A quel punto li nutrono il necessario per mantenerli in vita, per il resto sono a tutti gli effetti degli organi sessuali ambulanti».

Raccapricciante. Ma perché a teatro?

«Ci aiutano a ridimensionare il ruolo maschile e a riflettere su come in natura esista di tutto: etero, omo, trans, bisex, ermafroditi. E va bene così. Perché il vero pericolo è l’uniformità, anche estetica. Saremo salvati dai bruttini con qualche problema».

Oltre all’aspetto scientifico?

«Taddia traccia dei ritratti di maschi che consideriamo inutili, come un tizio che colleziona pietre, un altro che gira il mondo inserendo dei mattoncini Lego nelle crepe dei monumenti o quello che fotocopia ebook...».

Questo effettivamente è molto imbarazzante per la categoria.

«Già. E poi ci siamo noi che alleggeriamo il discorso con le nostre interpretazioni musicali. Iniziamo e finiamo con Lucio Dalla: “Disperato Erotico Stomp” e “L’anno che verrà“, che diventa “Il maschio che verrà“. Ma fra le altre cose facciamo anche il Lago dei Cigni di Ciajkovskij: lo sa che nel 30% dei casi il dna presente nelle uova dei cigni femmina non è quello del partner? Poi si parla di animali che stanno insieme 40 anni».

Come voi, d’altronde.

«Sì, abbiamo iniziato nel 1980, aspettiamo il 2020 per ritirarci, come i Pooh. C’è stato molto lavoro ma siamo stati fortunati a vivere facendo un mestiere che ci diverte e in totale autonomia».