Antonio Calabrò
Cultura e Spettacoli

LIBRI A CONFRONTO DI ANTONIO CALABRO' Il piacere di leggere è la strada delle libertà

Il piacere dei libri. Non solo del testo, ma anche dell’oggetto: la carta, la grafica, la copertina, i caratteri. Il piacere di leggerli, ma anche di scriverli, pubblicarli, criticarli, consigliarli. Il piacere di averli come compagni di vita e inquilini di casa, capaci di farci divertire, emozionare, scoprire il mondo.

Libri a confronto di Antonio Calabrò

Milano,  16 maggio 2015 - Il piacere dei libri. Non solo del testo, ma anche dell’oggetto: la carta, la grafica, la copertina, i caratteri. Il piacere di leggerli, ma anche di scriverli, pubblicarli, criticarli, consigliarli. Il piacere di averli come compagni di vita e inquilini di casa, capaci di farci divertire, emozionare, scoprire il mondo. Ce lo ricorda Cicerone: “Una casa senza libri è come una stanza senza finestre”. O, come recita una frase dell’antica saggezza cinese: la casa dell’uomo ben inserito in società è “permeata dal profumo dei libri”. La bellezza e la civiltà dei libri, dunque. Di cui è stata straordinaria interprete Elvira Sellerio, una delle migliori editrici italiane, una donna forte, colta, curiosa, che “aveva il sentimento dei libri e ne ha fatto una ragione”. A cinque anni dalla sua morte, l’editore Sellerio (la gestione è passata nelle capaci mani del figlio Antonio) pubblica “La memoria di Elvira”, con scritti di 23 autori (Adorno, Camilleri, Canfora, Galateria, Giménez-Bartlett, Lavagnino, Sofri, Valzania e Violante, tra gli altri): è il numero mille della collana da lei voluta e curata e di cui Leonardo Sciascia, il consigliere più ascoltato, scriveva: “Uno dei più evidenti e gravi difetti della società italiana, e quindi di tutto ciò che – dalla cultura al costume – ne è parte, sta nella mancanza di memoria. Forse per la quantità eccessiva delle cose che dovrebbe contenere, la memoria si smarrisce, s’annebbia, svanisce. Intitolare una collana letteraria La memoria presuppone questa considerazione d’ordine generale, anche se con intenti più limitati: un’esortazione a non dimenticare certi scrittori, certi testi, certi fatti.  Una collana che riserva scoperte, riscoperte, rivelazioni, sorprese”. Omaggio alla memoria, dunque. D’una donna di libri. E d’una lunga serie di libri che hanno positivamente segnato la cultura italiana. “Uomini e libri”, scrive per Bompiani Mario Andreose, uno dei protagonisti dell’editoria italiana (da “Il Saggiatore” di Alberto Mondadori al Gruppo Fabbri e adesso a Rcs Libri): ritratti di editori e grandi scrittori (da Kaulkner a Mann, da Steinbeck a Patricia Highsmith, da Camus a Gide, da Saint-Exupéry agli italiani Moravia, Eco, Sciascia e Arbasino), cammei (“Milano… primi anni sessanta… il salotto di casa Banfi, in corso Magenta, convocati dalla vedova donna Daria Malaguzzi Valeri, elegante, colta, ironica, vera contessa e vera comunista”), racconti di fiere letterarie e contese per conquistare i diritti degli autori di maggior o più promettente successo, “scorci di una vita passata a curare le parole altrui”. Siamo nel cuore de “Il mondo visto dai libri”, come racconta per Skira Hans Tuzzi, bravo scrittore di noir e appassionato bibliofilo, portandoci dentro “la galassia Gutenberg” fatta dei caratteri tipografici di Aldo Manuzio e degli “incunaboli”, dei falsi letterati e dei fasti dell’Encyclopédie, delle manie da collezionista di Ian Flaming (il “padre” di James Bond 007) e delle peripezie per la pubblicazione dell’Ulysses di James Joyce e di tanto altro ancora. “Aprire un romanzo deve essere un desiderio”, sostiene Daniel Pennac, uno dei più amato autori contemporanei, conversando con Fabio Gambaro, critico letterario, nelle pagine di “L’amico scrittore”, Feltrinelli. Torniamo al piacere del testo. E a tutte le strade che il libro ci apre verso il teatro, la cultura, la famiglia, la politica, le condivisioni di speranze e passioni. È “la strada delle libertà”, in fin dei conti. Di scrivere. E di leggere. Una libertà, nel mondo, ancora incompiuta.