Lombardia zona gialla, Confcommercio: "Non è indolore, si bruciano 440 milioni"

Confcommercio Lombardia: "Ristori immediati, con limitazioni orario ristoratori stanno perdendo 30% del fatturato"

Negozi a Milano

Negozi a Milano

MIlano, 22 febbraio 2021 - A un anno dall'inizio della pandemia il virus non ha ancora allentato la sua stretta sull'Italia e in particolare sulla Lombardia, la regione più colpita dall'emergenza Covid. Dodici mesi difficili per tante attività del territorio che si sono trovate a fare i conti con le chiusure e le limitazioni legate alle norme anti contagio. Anche la zona gialla (la fascia di rischio in cui - faticosamente - la regione si trova da inizio febbraio) "non è indolore" - ha sottolineato Confcommercio Lombardia - visto "si bruciano 440 milioni di euro" al mese.

Confcommercio ha inoltre sottolineato che "le imprese soffrono ancora; per questo ci aspettiamo risarcimenti adeguati e soprattutto veloci". "Le imprese della ristorazione, 45.500 in Lombardia, strette nelle limitazioni di orario che impediscono di poter lavorare la sera, stanno perdendo il 30% del proprio fatturato. Un salasso che arriva, peraltro, dopo mesi di incertezze, chiusure e continui stop and go. E' evidente che così sia difficile andare avanti", aggiunge l'associazione. 

"Ben vengano le dichiarazioni di intenti su risarcimenti immediati e contestuali alle chiusure; l'importante è che l'idea non resti solo sulla carta perché le imprese stanno ancora aspettando una parte dei ristori promessi e il risarcimento dei danni per le serrate ingiustificate", rileva  Confcommercio Lombardia. "Stiamo parlando delle conseguenze della zona rossa imposta per errore in regione a gennaio: 600 milioni di euro che le imprese si aspettano vengano risarciti, senza se e senza ma. Ricordiamo che siamo in attesa del decreto Ristori cinque e che all'appello mancano ancora risorse per le chiusure di Natale e per i danni subiti dalle imprese del comparto della montagna. Auspichiamo, quindi, che il nuovo Governo possa imprimere quella velocità che, fino ad oggi, a tutti gli effetti, è mancata".

"In gioco - sottolinea Confcommercio Lombardia - è la tenuta del sistema commerciale delle nostre città, già in forte sofferenza se pensiamo che, solo nei centri storici di 120 medie citta' italiane, sono a rischio chiusura oltre 77 mila imprese. E come ha affermato il presidente Carlo Sangalli, uno dei modi per fermare la desertificazione commerciale è proprio garantire il sostegno alle imprese più colpite dai lockdown". Infine, è necessario "che la comunicazione su eventuali restrizioni avvenga con tempestività e un giusto preavviso. Altrimenti le imprese subiscono un doppio danno: per le chiusure e gli annunci tardivi. Le imprese non possono continuare a subire serrate annunciate un giorno per l'altro". 

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