Via Zamagna, la lite in cortile poi il fendente alla scapola: in Questura due cognati

Accoltellato un diciannovenne pregiudicato. Sospetti su due egiziani che sono stati portati in via Fatebenefratelli per i primi interrogatori

L'intervento di 118 e polizia in Via Zamagna 4 per una rissa con  accoltellamento

L'intervento di 118 e polizia in Via Zamagna 4 per una rissa con accoltellamento

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Milano - ​Un diciannovenne egiziano pregiudicato con uno squarcio alla scapola. E due cognati, suoi connazionali, accompagnati in Questura subito dopo l’aggressione insieme a una terza persona per essere sentiti dagli investigatori, inizialmente come persone informate sui fatti. Fino a ieri sera, non erano stati presi provvedimenti restrittivi nei loro confronti, anche se la versione emersa nei primi minuti, che dovrà essere avvalorata o smentita dalle indagini, racconta che sia stato proprio uno dei due uomini a colpire Mohamed Youssef E.F., irregolare in Italia e con precedenti penali, al culmine di un violento litigio scoppiato nel cortile interno dello stabile popolare di via Zamagna 4.

Già, via Zamagna 4, uno degli indirizzi più problematici del quartiere San Siro: basti dire che solo un mese e mezzo fa il custode sociale che aveva appena preso servizio per conto dell’Aler ha deciso di lasciare l’incarico dopo un raid con bottiglie e spranghe di legno. Il faccia a faccia va in scena qualche minuto prima delle 12.30: sempre stando alla ricostruzione in attesa di conferme, uno dei due cognati, con ogni probabilità quello che vive nel palazzo (l’altro risulta residente altrove), si imbatte in un gruppo di ragazzi che verosimilmente conosce bene: ne nasce un alterco che si fa via via più concitato; non è escluso che qualcuno di quei giovanissimi usi l’area comune del civico 4 per spacciare o per altri traffici e che quelle attività illecite abbiano provocato l’esasperazione degli altri inquilini.

La discussione coinvolge più persone, e all’improvviso qualcuno ferisce E.F. alla scapola. I componenti del gruppo scappano. Il ferito, che compirà 20 anni tra poco più di un mese, si trascina all’angolo con piazzale Selinunte, dove viene soccorso dai sanitari di Areu: resta sempre cosciente durante il trasporto all’ospedale San Carlo; le sue condizioni sono ritenute gravi, anche se non è in pericolo di vita. In via Zamagna arrivano gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura e i colleghi del commissariato Bonola: in tre vengono subito controllati e accompagnati in via Fatebenefratelli per ulteriori accertamenti; tra loro ci sono i due cognati egiziani.

Al di là dell’esito dell’inchiesta, la vicenda riaccende i riflettori su un edificio più volte finito al centro delle polemiche. L’ultimo episodio risale al 18 aprile scorso, quando proprio davanti al civico 4 furono accerchiati quattro adolescenti veronesi (due fratelli di 16 e 18 anni, un cugino diciottenne e un altro amico sedicenne) che avevano deciso di trascorrere la Pasquetta nella zona in cui sono cresciuti i loro idoli, i rapper del collettivo SevenZoo.

Dopo il blitz da parte di una decina di minorenni, uno degli aggrediti era riuscito a chiamare il 112 (non prima di essere derubato dall’avventore di un bar a cui si era rivolto per chiedere aiuto) e a indicare agli agenti tre dei presunti baby rapinatori: un quattordicenne, un quindicenne e un sedicenne, tutti nati in Italia da genitori di origine nordafricana e già noti agli archivi delle forze dell’ordine. In quei secondi, si era materializzato il fratello di uno dei fermati, che aveva richiamato in strada un’altra cinquantina di ragazzi per bloccare la strada alla Volante.

 

 

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