MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Writer in azione: imbrattato il Cimitero Monumentale

Scritte sui marmi: i vandali prendono di mira il camposanto-museo

Imbrattati i muri del Cimitero Monumentale di Milano

Milano, 1 giugno 2019 - Scritte sui mattoni,  sui marmi, sulle pietre delle mura. I writer hanno colpito il «Monumentale», il cimitero-museo dei milanesi, scarabocchiando una superficie complessiva di 40 metri quadri. Tutte tag (firme) nuove, di vandali sconosciuti, e scritte comparse negli ultimi giorni che hanno costretto il personale a chiedere aiuto: ieri mattina la denuncia è stata raccolta dagli agenti del Nucleo anti graffiti della polizia locale che hanno immortalato tutti gli imbrattamenti e dato il via alle indagini con l’obiettivo di individuare i responsabili, mentre in campo è già sceso il Nuir (Nucleo intervento rapido) del Comune per la pulizia. Ma intanto, sotto gli occhi di tutti ci sono gli sfregi lasciati con le bombolette spray, in questo luogo inaugurato nel 1866, progettato dall’architetto Carlo Maciachini e che si mostra imponente mescolando il suo stile romanico con richiami all’architettura bizantina e gotica. Una città nella città, meta di visite guidate (la prossima sarà domani, in occasione della Giornata europea dei Musei a cielo aperto) che si svela solo a chi la guarda con occhi attenti e che lascia scoprire tesori tra i suoi monumenti funebri.

Eppure c’è chi non ha avuto ritegno, entrando a sporcare i muri e spingendosi fino al sacrario dei caduti, che non è stato risparmiato. È presumibile che i writer si siano intrufolati di notte nel cimitero, lontano dagli sguardi. Vicino a una panchina, su una parete di mattoni rossi, si legge «Techhos», una firma bianca affiancata da un paio di altre tag difficili da decifrare. «Avng» è il marchio lasciato sotto un ornamento architettonico. Il nero imbatta le fasce di pietre bianche che si alternano ai mattoni: «Bianko», «Brutog», tra le firme. Tra i colori, spiccano pure il verde fluo bordato di fucsia, forse utilizzato per rendere più evidente il contrasto con la superficie sottostante e l’ambiente attorno. Dentro una lettera disegnata a caratteri cubitali spunta «19», l’anno in corso. Ancora: segni rosa sono evidenti sulle pietre più scure. Mentre in blu elettrico compaiono le parole «Quarto Oggiaro». E sono solo alcune delle decine di scritte. Il materiale raccolto dai ghisa sarà il punto di partenza per fare luce sull’accaduto. L’amarezza, però, resta: «Questi imbrattamenti - commenta Fabiola Minoletti, esperta di graffitismo vandalico - turbano profondamente noi cittadini in quanto feriscono un luogo della nostra storia, un luogo di culto».