Aumenta l’indice di edificabilità sull’area Vulcano e si inserisce una fetta di residenziale che vedrà una popolazione teorica massima insediabile di 1.521 abitanti. È una storia infinita quella del comprensorio ex industriale: risale al 1997 il piano attuativo, approvato dal consiglio comunale il 9 aprile 1998. Oltre 20 anni dopo, poco più della metà delle opere di interesse pubblico sono state realizzate. Ora si azzerano quasi tutte le vecchie funzioni, a partire dal parco scientifico. "Oggi è inattuabile il polo industriale e di ricerca previsto all’epoca – spiega l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda –. Introduciamo la funzione residenziale con limite massimo e il 20% di convenzionata e diamo prescrizioni su parco e strada di collegamento".
La chiusura dello stabilimento Vulcano, nel 1979, precedette di alcuni anni quella di tutte le Falck. A metà anni ’90 la convenzione tra il Comune e la proprietà, che fa riferimento al Gruppo Caltagirone, prevedeva produzione e ricerca, terziario e uffici, servizi alle imprese, polo ecologico e tecnologico e 13mila metri quadri di residenza temporanea. L’area oggi vede il centro commerciale CaltaCity, la stecca di palazzi, Alstom Grid aperto nel 2015, un pezzo di ciclabile e il resto della viabilità.
"Abbiamo chiuso l’analisi contabilizzando opere pubbliche realizzate al 60%: noi ritenevamo il 56% e l’operatore il 70% – ricorda Lamiranda –. Restano oltre 100mila metri quadri da governare: o diamo questa superficie o paghiamo le opere fatte. Sugli indici abbiamo equiparato il Vulcano al piano Falck per evitare sperequazione e un possibile contenzioso, viste le accuse di disparità". Le aree sono messe sullo stesso piano delle regole: dallo 0,5 si passa allo 0,7 con le premialità. "Nessun regalo: per ottenerle devono presentare un piano di qualità. Lo sviluppo complessivo sarà su 109mila metri quadri rispetto ai 114mila di prima, sarà meglio riqualificato con l’introduzione di una rete ecologica e un’arteria centrale". Laura Lana