Milano, voragini vicino agli scavi della M4: paura in un condominio: 17 evacuati

Cede la soletta che divide il cantiere del nuovo metrò dalle cantine. E la Procura apre un’inchiesta

Voragine a Milano in via Santa Sofia

Voragine a Milano in via Santa Sofia

Milano, 17 giugno 2020 - Due voragini si sono aperte ieri nel centro di Milano, all’angolo tra via Santa Sofia e corso di Porta Romana, sotto un condominio di 12 piani in una scala e 6 nell’altra, circondato dal cantiere della Metropolitana 4. Sul caso, la Procura ha aperto un’inchiesta. È proprio dagli scavi che bisogna partire per ricostruire la dinamica dei cedimenti. La prima voragine si è aperta intorno alle 9 sotto le cantine del palazzo, al piano meno 2, in corrispondenza dell’area dove è stato realizzato il corridoio sotterraneo sul quale affacceranno le uscite di emergenza della futura stazione della metropolitana. A cedere è stata la soletta che separa l’area dello scavo e il pavimento delle cantine condominiali. Il cunicolo si è riempito di materiale sabbioso, ghiaia e, in misura minore, di acqua. La falda è a 8 metri di profondità, lo scavo a 25. Il collasso delle cantine ha fatto il resto: una cospicua porzione di pavimento, lunga 5 metri e larga 4, si è sgretolata facendo rovinare nel buco, profondo un paio di metri come si vede da foto e filmati visionati dal Giorno, scaffali di ferro, scatoloni e oggetti vari.

imageAlle 9.15 il custode ha iniziato a ricevere le telefonate di alcuni inquilini che non riuscivano a uscire di casa: "Sono bloccata", ha urlato una signora del secondo piano. Il crollo sottostante ha provocato una leggerissima rotazione dello stabile, che ha mandato fuori asse le porte, rendendole inaccessibili. In alcuni casi, si è reso necessario l’intervento dei pompieri per aiutare le persone a uscire. La rotazione è stata di 4-5 millimetri, comunque entro il range della "rotazione attesa", compresa tra zero e 20 millimetri. "Evidentemente – spiega Fabio Terragni, presidente di M4 Spa – a questa profondità non bastano i consolidamenti fatti per separare il palazzo dall’area dei lavori, altrimenti non si sarebbero verificate infiltrazioni di terreno". In ogni caso, hanno specificato i soccorritori, le prime verifiche hanno escluso danni strutturali e pericolo di crolli. Tra gli inquilini c’è pure il giornalista Klaus Davi, che in quel momento non si trovava in casa. Nel pomeriggio ecco aprirsi l’altra voragine, stavolta proprio dentro l’area di cantiere, poi riempita con una maxigettata di cemento, trasportato sul posto da 14 betoniere. Diciassette residenti hanno trascorso la notte fuori casa.

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