ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Miro, l’ultimo partigiano rhodense: "Ecco la memoria che ci ha affidato"

Il ricordo dei familiari di Vladimiro Zeminian, morto a 98 anni. Oggi i funerali a Barbaiana di Lainate

Vladimiro “Miro“ Zeminian, morto a 98 anni: l’ultimo partigiano del Rhodense

Vladimiro “Miro“ Zeminian, morto a 98 anni: l’ultimo partigiano del Rhodense

Rho – “Sono cresciuto ascoltando i racconti di mio nonno: la sua cattura all’inizio di ottobre 1944 da parte un gruppo di fascisti, l’assalto alla caserma di Somma Lombardo, la battaglia di Arona pochi giorni prima della Liberazione; il suo incontro con nonna Cesarina, staffetta partigiana. Ora che lui non c’è più voglio riordinare ricordi e cimeli, ma soprattutto fare una cosa rimasta in sospeso: andare a recuperare il mitra Stent che aveva nascosto alla fine della guerra in un terreno a Mazzo perché non lo voleva restituire agli americani", racconta Matteo, nipote di Vladimiro Zeminian, l’ultimo dei partigiani del Rhodense, che è morto all’età di 98 anni.

Nato il 12 gennaio 1926 a Stienta (Rovigo), Vladimiro aveva solo due anni quando la famiglia si trasferì a Rho. Il padre trovò lavoro all’Alfa Romeo e anche lui a quindici anni, dopo aver frequentato la scuola tecnica professionale, fu assunto come apprendista aggiustatore meccanico. Era il 1941. "Lavorò nel reparto corse fino al 1944, poi la chiamata alle armi lo costrinse a lasciare l’Alfa. Ci tornò alla fine della guerra e partecipò anche al sindacato – racconta il figlio Claudio –. Qualche anno dopo aprì la sua officina meccanica. Nel 1969 l’ha trasferita Barbaiana di Lainate, oggi ci lavoro io coi miei due figli, Matteo e Riccardo. Anche lui fino a 84 anni veniva in officina, poi per la perdita della vista e l’età ha dovuto smettere".

Partigiano nella Brigata Servadei delle Garibaldi, la 118ª attiva in Valsesia nel raggruppamento di Cino Moscatelli al comando di Antonio Ielmini (“Fani“), il suo nome di battaglia era “Miro“. Dopo la guerra per un periodo fu nella polizia partigiana: "Ci ha raccontato che era stato incaricato di tagliare i capelli ad una donna accusata di aver avuto delle relazioni con i fascisti e i tedeschi - aggiunge Claudio Zeminian –. Lei piangeva e lui per consolarla le disse che i capelli sarebbero ricresciuti, che non era niente a confronto delle torture subite dai loro compagni catturati".

La storia di Vladimiro è raccontata nel libro “Memorie del partigiano Miro“, in parte nell’intervista realizzata da Gad Lerner per “Noi Partigiani“, il Memoriale della Resistenza Italiana ideato dall’Anpi nazionale, e in un video degli studenti di Cannizzaro Tv che si trova online. Ai ragazzi, Zeminian rispondeva che la Resistenza "mi ha lasciato una mentalità onesta. I partigiani mi hanno insegnato a vivere in modo giusto, corretto. Un giorno trovai molti soldi che erano dei fascisti, potevo tenermi tutto ma lo consegnai al comandante. Dopo il 25 aprile la gente si aiutava, a costruirsi una casa, a cercare lavoro. Le nuove generazioni sono poco informate, si rischia di dimenticare tutto, di perdere quei valori. Io sono partigiano sempre". I funerali di Miro si svolgeranno stamattina alle 10 nella chiesa di Barbaiana di Lainate, per l’Anpi rhodense ci sarà Alfonso Airaghi. Zeminian sarà poi sepolto al cimitero di Barbaiana.